BSA: respinte le accuse allo spot

Business Software Alliance non accetta le accuse contenute nella denuncia presentata all’Autorità garante del mercato che avrebbe bollato di ingannevolezza l’ultima campagna televisiva della stessa BSA.Nel suo comunicato, la BSA ribadisce che la propria iniziativa è “una campagna corretta e importante per la sensibilizzazione delle imprese al controllo della legalità del software”. Secondo l’associazione internazionale, questa contestazione alla campagna di sensibilizzazione, che avrebbe il torto di bollare come illegale il software quando viene copiato senza distinzioni, non avrebbe senso perché rivolta a “un normale messaggio pubblicitario, necessariamente espresso in termini chiari e comprensibili per tutti”.Precisa ancora la BSA “la scelta di comunicazione di Business Software Alliance si basa sui dati allarmanti relativi alla violazione in Italia dei diritti di autore sul software, resi noti da International Planning Research”. Il comunicato sostiene inoltre che “il fenomeno appare molto diffuso anche nella realtà aziendale italiana, a causa, fra l’altro, della scarsa percezione da parte del pubblico della sua gravità”.BSA non accetta neppure l’obiezione di aver frainteso il senso della legge (248/2000) e afferma di aver chiaro che “l’abusiva duplicazione a fine di profitto e la detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale, ai medesimi fini, di programmi per elaboratore costituisce reato punibile con la pena della reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da 5 a 30 milioni di lire”. Nel comunicato emergono infine i traguardi che l’associazione si è prefissata con la sua iniziativa. “BSA si è quindi proposta l’obbiettivo di diffondere, con il proprio spot televisivo, il messaggio forte recepito dalla nuova legge, con l’intento di aumentare la consapevolezza del fenomeno e stimolare il pubblico ad acquistare maggiori informazioni sulla tutela legale del software.

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