Uncem: preoccupazione per lo switch-off TV

Cambio delle frequenze televisive, ansia per i territori. Se il Mise spinge sul Tivùsat ci vogliono incentivi
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lo switch-off Tv e il cambio delle frequenze preoccupano Uncem. Infatti i Comuni sono molto preoccupati perché con il cambio delle frequenze televisive, per il passaggio al nuovo standard del digitale terrestre, molti residenti e proprietari di seconde case nei Comuni montani non vedranno più la TV.

Già non vedono quasi nulla oggi. Eppure pagano la tassa di possesso sul televisore. Che rimane senza segnale. Una situazione grave, che ha visto Uncem agire negli ultimi sei mesi chiedendo al Ministero dello Sviluppo economico dei chiarimenti. E interventi.

In primis per i Comuni, le Comunità montane, le Unioni montane di Comuni proprietari di impianti di trasmissione. Molti non sanno, e anche al Mise non è chiarissimo, che senza Enti locali la tv in montagna non si sarebbe finora vista. Sia Rai, sia Mediaset, sia le tv locali cambieranno frequenza. E questo si somma al problema per gli Enti locali e i tralicci.

Perché ora, adeguare gli impianti, ha costi troppo rilevanti per i Comuni. Il Mise, in una serie di incontri con Uncem, ha detto di non avere risorse disponibili, e che i cittadini possono passare alla tecnologia TivuSat. Nulla in contrario, niente di ideologico. Peccato però che abbia un costo, installare parabole e dotarsi di decoder. E serve un fondo ad hoc, se si vuole seguire questa strada, afferma Marco Bussone, il presidente. 

Uncem ha fato al Mise, alla dott.sa Eva Spina e alla Sottosegretaria Ascani, una serie di proposte operative per uscire dal problema. Probabilmente bastano 5 milioni di euro a livello nazionale e la volontà di risolvere il problema.

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