Smart Working: le aziende italiane pronte a sostenerlo

Il 54% pronto a prolungarlo|Il 54% pronto a prolungarlo|Il 54% pronto a prolungarlo
Foto: FondirigentiFoto: Fondirigenti

Il 54% pronto a prolungarlo

La nuova survey realizzata da Fondirigenti a marzo 2021, sottolinea che il 54% delle aziende italiane conferma lo smart working anche dopo la pandemia. Sono state coinvolte 15.000 persone presenti nel Fondo ed è stato realizzato un questionario online: ne è uscita una maggiore “sensibilità” nell’utilizzo dello smart working rispetto all’inizio della pandemia anche se con più persone al Centro- Nord, rispetto al Sud.

Il 54% delle aziende si dice pronto a continuare ad utilizzare lo smart working in modo permanente. Il 42% invece, al momento, ha utilizzato lo smart working solo per fronteggiare l’attuale emergenza sanitaria, mentre solo il 4% non lo ha ancora attivato.

Le più propense risultano essere le cooperative (86%), gli enti no profit (85%), seguiti dalle aziende private non familiari (58%).

Le Pmi hanno coinvolto un numero maggiore di lavoratori durante il lockdown (61,54%) rispetto alle grandi imprese (53,74%).

Ma chi ha beneficiato di più in questi ultimi mesi grazie allo smart working? Gli imprenditori (da 3,73 a 4), seguiti da Quadri (da 3,78 a 3,85) e impiegati/funzionari (da 3,81 a 3,85). Manager e consulenti non hanno percepito particolari cambiamenti.

Gli ambiti con più impatto positivo dallo smart working sono il work life balance (3,91 su 5), la gestione e flessibilità del tempo (3,72), il livello di concentrazione (3,48), la produttività individuale (3,44) e il raggiungimento degli obiettivi (3,32). Di contro c’è la mancanza di rapporti sociali (3,76) e non avere rapporti vicini con il gruppo di lavoro (3,6). Qualche problema di connessione (3,19) e gli spazi piccoli (3,09).

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