Ogni anno in Europa si generano circa 9 milioni di tonnellate di Rifiuti Elettronici. Di questi solo un terzo, circa 3 milioni di tonnellate, vengono trattate nel pieno rispetto della legge. Questo fa sì che non venga raggiunto il target di raccolta fissato dall’Unione Europea – dal 2019 il 65% del peso medio dei rifiuti immessi sul mercato nei tre anni precedenti – . Sono solo alcuni dei temi affrontati durante il convegno organizzato da Ecodom: “Raee: sei nazioni a confronto”, che si è tenuto oggi a Palazzo Poli, Roma, alla presenza di Christian Brabant di Esr, Mark Burrows-Smith di Repic, Andreu Vilà di Ecotic, Pedro Nazareth di Electrao, Jan Vlak di Wecycle e Giorgio Arienti di Ecodom, i principali Sistemi Collettivi a livello Europeo. Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Manuela Soffientini, Presidente di APPLiA ITALIA e al senatore Luca Briziarelli, Vicepresidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Secondo lo studio presentato, è la Francia il Paese del sestetto che, nel triennio 2015-2017, ha immesso più Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche nel proprio mercato con un quantitativo medio corrispondente a 1.487.418 tonnellate all’anno. In seconda posizione si piazza il Regno Unito con 1.391.642 tonnellate, seguito da Italia (848.011 t), Spagna (551.947 t), Olanda (333.785 t) e Portogallo (141.987 t). La Francia è anche la prima nazione nel ritiro dei Raee domestici, con un quantitativo che, nel 2018, è stato di 728.569 tonnellate. Anche in questa classifica, il Regno Unito è secondo con 493.323 t, seguito da Italia (310.610 t), Spagna (268.003), Olanda (167.235) e Portogallo (67.692), che però conteggia nella cifra fornita sia i Raee domestici che quelli professionali. Il nostro Paese occupa però l’ultimo posto per quanto riguarda la raccolta pro-capite (cioè i kg di Raee raccolti ogni anno per ciascun abitante): solo 5,1 kg/abitante di Raee, meno della metà della Francia (10,8 kg/abitante). Sul podio anche i Paesi Bassi con 9,7 kg/abitante e il Regno Unito con 7,4 kg/abitante; seguono il Portogallo con 6,6 kg/abitante e la Spagna con 5,8 kg/abitante. Analizzando i dati del 2018, tra i sei Paesi partecipanti all’incontro organizzato da Ecodom, quattro hanno superato il target di raccolta del 45% fissato fino all’anno scorso dall’Unione Europea. Il tasso di ritorno (ovvero il rapporto tra Raee gestiti e media delle Aee immesse sul mercato nei tre anni precedenti) è stato del 50% in Olanda, del 49% in Francia e Spagna e del 48% in Portogallo. Non hanno raggiunto la quota minima né l’Italia, ferma al 37%, né il Regno Unito con il 35%. In attesa di conoscere i numeri relativi al 2019, sembrerebbe improbabile per tutte e sei le nazioni riuscire a raggiungere il target minimo del 65% in vigore dall’inizio di quest’anno. Maurizio Bernardi, presidente di Ecodom, commenta: “Questo incontro riveste particolare importanza perché in Italia è da poco iniziato il processo di recepimento delle direttive europee sull’Economia Circolare: i rappresentanti del Parlamento e del Ministero dell’Ambiente avranno quindi la possibilità di esaminare i risultati di raccolta, i vantaggi e gli svantaggi dei diversi modelli. Uno sguardo particolare è stato rivolto a quello che a oggi è il principale problema nel settore dei Raee: i flussi paralleli. Oggi chiediamo a tutti i nostri interlocutori istituzionali, al Parlamento e al Ministero dell’Ambiente, di definire insieme a noi un modello che permetta all’Italia di risolvere il più rapidamente possibile questo problema”.
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