L’ecobonus è confermato ma il settore dei climatizzatori è in difficoltà

Rimangono detraibili al 50% le spese per caldaie, pompe di calore, infissi, schermature solari e sistemi ibridi. Al 36% se non è prima casa
|Shutterstock|Nicolandrea Calabrese (Foto di Gianfranco Bertolini)

Crollano in Europa le vendite di climatizzatori: -47% nel I semestre. Il dato risente del confronto sfidante con un 2023 caratterizzato dal rialzo nel costo del gas e da campagne di incentivazione condotte un po’ in tutta Europa.

Un po’ come avviene per le auto elettriche, i climatizzatori a pompa di calore presentano un costo iniziale molto alto a fronte di una gestione probabilmente meno costosa e sicuramente più ecologica.

Da qui l’importanza delle incentivazioni. Rispetto all’auto elettrica, settore nel quale l’Europa praticamente non tocca palla, quella delle pompe di calore è una tecnologia europea nella quale le imprese tedesche e italiane sono leader di mercato.

In questo senso l’ecobonus confermato dalla recente legge di bilancio va nella direzione giusta. Le spese per caldaie, pompe di calore, infissi, schermature solari e sistemi ibridi, ma anche lavori strutturali come i cappotti termici sono detraibili al 50% se svolti per la propria abitazione principale e negli altri casi al 36% per il 2025 e al 30% per i due anni successivi.

La detrazione però sarà utilizzabile con difficoltà da parte dei contribuenti più abbienti a seguito della ‘tagliola’ prevista dal Ddl bilancio che limita le spese portabili in detrazione.

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