In un mercato tecnologicamente maturo come quello degli smartphone la sostenibilità diverrà nel 2023 un terreno di aspra concorrenza fra Apple e Samsung in primo luogo così come per i brand minori. Le strategie adottate dai leader, rileva una analisi di Counterpoint Research sono diverse.
Apple è leder nell’approccio generale alla sostenibilità, secondo l’ultimo rapporto “Smartphone ed economia circolare: creazione di un futuro sostenibile” di Counterpoint Research.
La sostenibilità si declina infatti in aree molto diverse quali:
- il design dei modelli
- l’utilizzo di materie prime
- il sourcing dei componenti
- l’assemblaggio
- il packaging
- il consumo energetico
- il ‘fine vita’
Ciascuno di questi elementi ha un impatto in termini di emissioni di CO2 e su uno o più dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile adottati dalle Nazioni Unite. Secondo la classifica elaborata da Counterpoint, lo Smartphone Circular Economy Report Scorecard la visione di Apple sembra essere più chiara di quelal dei concorrenti.
L’attenzione dei brand si è concentrata finora sulla produzione (componenti, assemblaggio, packaging) che è responsabile di circa l’80% della carbon footprint di uno smartphone. Si è cercato di ridurre il consumo di acqua nella fase di produzione, così come l’utilizzo di materie prime la cui estrazione impatta sull’ambiente. Rimangono preoccupazioni sulle condizioni di lavoro nelle fabbriche dei terzisti che in Asia producono componenti e assemblano modelli. Più in generale la sostenibilità sta entrando come componente non marginale negli accordi fra brand e fornitori.
Sul packaging tutti i produttori hanno fatto passi avanti importanti mentre sul consumo se i leader cinesi come Oppo, Xiaomi e Vivo a cercare di migliorare la durata della batteria e l’efficienza energetica, Apple ottiene un punteggio elevato in termini di longevità complessiva, aggiornamenti e innovazioni.
I fronti più interessanti sono quelli del post vendita e del ‘fine vita’ degli smartphone. Samsung ottiene punteggi più alti nelle reti di riparazione, efficienza energetica e post-vendita. Si notano i primi passi verso un approccio che favorisce l’auto-riparazione dei modelli.
Il fine vita, tema che è entrato da tempo nella progettazione di grandi elettrodomestici, rimane ancora tutto da esplorare nel campo degli smartphone. Secondo Counterpoint le iniziative dei brand in materia di riduzione dei rifiuti elettronici sono piuttosto limitate. Anche i migliori marchi non sono abbastanza attivi nel ritirare le loro scorte usate.Si tratta di una sfida complessa che coinvolge il design del prodotto (i componenti devono essere facili da separare) e la creazione di filiere per la gestione dei modelli non più utilizzati.
Gli smartphone di seconda mano
Il mercato globale dei ricondizionati è cresciuto a passi da gigante negli ultimi anni. Nel 2021, il mercato è cresciuto del 15% su base annua e promette di crescere ulteriormente nei prossimi anni. I vettori e gli attori della ristrutturazione al dettaglio stanno crescendo, ma Il potenziale più alto ora spetta a iniziative come le permute, che garantiscono il riacquisto dei dispositivi più vecchi. “Marchi come Oppo, Vivo e Xiaomi hanno ancora molta strada da fare per recuperare e ricondizionare i dispositivi se consideriamo il volume di nuovi smartphone spediti da loro ogni anno. Apple e Samsung guidano anche qui, ma la maggior parte del recupero e della ristrutturazione viene effettuata dagli altri attori nell’ecosistema”, scrive Counterpoint.
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