Il futuro dei pagamenti? Lo smartphone

Gli italiani risultano essere propensi rispetto alla media europea (68%) a utilizzare servizi di pagamento su dispositivi mobili, con ben 8 italiani su 10 (81%) che hanno utilizzato un servizio di pagamento con memorizzazione dei dati della carta o un servizio di pagamento basato sul Web o su dispositivo mobile (mobile wallet). I servizi di pagamento basati sul Web riscontrano il maggior utilizzo in Italia con una quota del 63%. È quanto emerso dal Digital payments Study di Visa, intervenuta oggi al Forum retail di Milano. I consumatori si sentono sempre più a loro agio nell’effettuare transazioni sui propri dispositivi mobili, utilizzando meno il PC, se si considera che quasi la metà degli europei (48% – 55% la media italiana) usa un dispositivo mobile per il proprio shopping. Quasi la stessa quota percentuale, il 45%, invia denaro ad amici e parenti usando uno smartphone o un tablet. La percentuale degli italiani che effettua money transfer con il proprio dispositivo mobile è inferiore alla media, pari del 32%. Secondo lo studio, nel prossimo futuro, il mezzo di pagamento sarà il cellulare. Questo strumento è quello più vicino e utilizzato dal consumatore. L’utilizzo medio del cellulare oggi è di 200 volte al giorno. Una persona, mediamente, si accorge di non avere più il portafoglio in 6 ore. Per accorgersi di non avere più il cellulare ci vogliono mediamente 6 secondi. Negli ultimi anni, sempre secondo Visa, l’evoluzione dei pagamenti ha vissuto una notevole accelerazione, se si pensa che lo scorso anno i pagamenti elettronici hanno superato i pagamenti in contanti a livello mondiale per la prima volta. La carta si sta trasformando in un Token, con un alias che cambia ogni volta con la generazione di un codice numerico, il POS semplicemente, si sta integrando con il cellulare. La carta di domani, dematerializzata e in connessione con sistemi di Internet of Things, potrà essere nel frigorifero che fa la spesa da solo. “Quello che vogliamo far sparire è l’esperienza negativa insita in ogni acquisto, cioè il momento del pagamento. Su queste premesse si incardina il passaggio dal concetto di ‘pagamento al check-out’ al ‘pagamento al check-in’ che trasforma la customer journey. L’esercente sarà fin da subito in possesso delle credenziali del consumatore con il risultato che avrà accesso a un paniere di informazioni aggiuntive di profilazione. Attualmente, in Italia sono ancora in pochi coloro che sfruttano i big data generati dalle transazioni per dar vita a una profilazione che crei valore agli occhi dei consumatori. Per questo diciamo che 1 euro transato con la carta vale molto più di 1 euro, dato che porta con sé un moltiplicatore relativo allo spessore dei dati sulle abitudini delle persone” afferma l’azienda.

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