Findomestic: meno tv e pc. Gli italiani preferiscono il telefono

Secondo i dati dell'Osservatorio Findomestic-Prometeia, nel 2022 dopo il boom del 2020 e 2021, gli acquisti di beni durevoli si sono orientati meno sulla consumer electronic.
television and photo camera

Nonostante il calo del 2% a valore nel 2022 il mercato dei beni durevoli si mantiene su livelli sostanzialmente simili a quelli del 2019 e superiori ai 69 miliardi di euro,. A dare questa stima è l’Osservatorio Findomestic, realizzato dalla società di credito al consumo del Gruppo Bnp Paribas in collaborazione con Prometeia, Secondo Findomestic questa dinamica è attribuibile alla riduzione dei volumi (-7.6%) solo parzialmente compensata dalla forte crescita dei prezzi (+6.1%) e all’impatto del buon andamento degli acquisti per la casa, che raggiungono un valore di 34 miliardi e con una crescita del +2,6% compensano in parte il crollo del settore dei motori (-6,2%).

La leadership della telefonia si rafforza.

Rasentando i 6,4 miliardi in valore grazie a un balzo del 7,1% nel quale il +11% dei prezzi si incrocia al -3,5% dei volumi, il mercato della telefonia si posiziona su livelli di circa il 12% superiori a quelli pre-Covid del 2019. Resta invece elevato il gap rispetto ai livelli pre-pandemici in termini di volumi di vendita (- 4.2%). Nei primi 9 mesi dell’anno gli smartphone sono i protagonisti assoluti del comparto. Rappresentano circa l’84% del giro d’affari della telefonia e il saldo tra il -4,7% in volumi e l’aumento dei prezzi ( +7,3% di inflazione) porta a una loro crescita del 2,2%.

Information Technology: i segnali di ripiegamento si consolidano.

Dopo l’eccezionale crescita del biennio 2020-‘21, nei primi nove mesi del 2022 il giro d’affari del comparto mostra un calo del -9.6% a valore determinato esclusivamente dal calo dei volumi di vendita (oltre -13%), che l’aumento dei prezzi (circa +4.5%) non è riuscito a compensare.

Elettronica di consumo (Tv/Hi-Fi): il rimbalzo delle vendite del video è penalizzante.

Dopo le eccezionali performance del 2021, il comparto vede deteriorarsi il proprio mercato del 12,2% arretrando a quota 2,43 miliardi anche a causa del crollo dei prezzi del 10,2%. Pesa il rimbalzo delle vendite del comparto video che, dopo i picchi di crescita dei volumi e dei prezzi dello scorso anno, sostenuti dallo switch off e dai bonus Tv/decoder, hanno sperimentato un progressivo ridimensionamento. Preponderante la componente prezzo che, in controtendenza rispetto agli altri beni durevoli, mostra un calo importante, dopo il balzo registrato nel corso del 2021. Sull’evoluzione del settore pesa la dinamica delle vendite dei televisori (-2,9% dopo i primi nove mesi), che valgono l’84% del fatturato complessivo. Il +62,6% delle vendite di decoder mostra un cambio di orientamento delle famiglie rispetto alla prima fase dello switch off dettato da ragioni di ordine economico.

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