ePrice in cerca di “discontinuità strategica”

Dopo che il titolo ePrice in Borsa, dai massimi di 6,2 euro del 2015 è crollato agli attuali 1,4 euro (solo negli ultimi due anni il titolo a Piazza Affari ha perso il 65% del suo valore) e il 2018 si è chiuso con un Ebitda di -8,8 milioni di euro (dopo il -15,3 milioni del 2017), il gruppo Sator di Matteo Arpe (secondo socio del pure player con il 20,8% dopo lo stesso fondatore Paolo Ainio al 22%) ha deciso che serve una “discontinuità strategica”, non più “stand alone”. Tanto scrive in una nota ufficiale diramata nei giorni scorsi. ePrice, si precisa, deve fare un salto: aggregandosi, fondendosi e venendo acquisita da un altro soggetto in Italia o all’estero. Per marcare questa discontinuità – che ha il sapore di un allontanamento dal socio-fondatore – l’investitore avrebbe già presentato una propria lista di sette amministratori (su nove complessivi): candidato presidente è Moshe Sade Bar, israeliano, 48 anni, venture capitalist ed esperto di tecnologia e innovazione.

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