La Giornata Internazionale della Donna rappresenta una grande opportunità per celebrare le donne attive nel campo dell’innovazione. Ed è anche un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica sul non più trascurabile tema del gender gap nel mondo della scienza. Un report dell’UNESCO afferma che solo il 33% dei ricercatori sono donne. EIT Health si è impegnata a sostenere le donne e la diversità di genere nel campo dell’innovazione del settore healthcare.
Man mano che la disuguaglianza di genere è diventata sempre più oggetto di discussione negli ultimi anni, il mondo ha iniziato a cambiare e ha avviato delle azioni volte a ridurre questo gap. Oggi, un numero sempre maggiore di giovani donne a livello mondiale ha la possibilità di accedere e proseguire il proprio percorso formativo, ma c’è ancora molta strada da fare per colmare il divario di genere esistente nel campo scientifico. Secondo il report dello United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO), solo il 33% dei ricercatori sono donne. Dal report si evince che, sebbene un terzo dei ricercatori siano donne, queste rappresentano il 45% degli studenti che conseguono la laurea di primo livello, e il 55% degli studenti iscritti a percorsi formativi universitari di secondo livello, mentre nei programmi di dottorato le donne rappresentano il 44%. I persistenti stereotipi di genere, la gravidanza e la maternità potrebbero essere determinanti del dissuadere le donne a intraprendere una carriera nel campo dell’innovazione, anche nel settore sanitario. Il fatto che il 70% degli operatori socio-sanitari siano donne, con una retribuzione dell’11% inferiore a quella dei loro colleghi maschi, è purtroppo una triste realtà. È possibile invertire questa tendenza, anche grazie a programmi che promuovono la diversità di genere e migliorano la partecipazione delle donne.
Nel 2021 EIT Health organizzerà il Women Entrepreneurship Bootcamp con l’obiettivo di aiutare le start-up dirette o co-gestite da donne a entrare in contatto con il network di mentori e investitori. Il programma di sette settimane prevede formazione intensiva, mentoring e opportunità di matchmaking a Galway, Coimbra, Barcellona e Londra. Gli organizzatori sono particolarmente interessati alle start-up gestite, co-fondate da donne o con almeno un membro femminile nel management team di livello senior. Le iscrizioni sono aperte fino al 16 marzo.
Sicuramente esistono svariati grandi esempi di start-up promettenti con fondatrici e CEO donne. Una di queste è l’italiana Kazaam Lab, che fornisce servizi software utili per estrarre informazioni nascoste all’interno di big data biomedici eterogenei. Simona E. Rombo, professore associato di informatica all’Università di Palermo è uno dei fondatori e CEO di Kazaam Lab Srl, una startup innovativa che ha l’obiettivo di migliorare la qualità delle cure orientando le decisioni in ambito sanitario verso il trattamento più efficace.
Storicamente l’Italia è caratterizzata da un ritardo rilevante in termini di gender gap tanto che, secondo l’EU Gender Equality Index 2020 pubblicato dall’EIGE, al momento ricopre il 14° posto tra i Paesi Europei per uguaglianza di genere. Il nostro Paese ha iniziato a mettere al centro della propria agenda la parità di genere solo nell’ultimo decennio, riuscendo a scalare l’indice di ben otto posizioni dal 2010 ad oggi. Tale risultato è stato raggiunto grazie all’introduzione della quota legislativa del 33% per le donne nei consigli di amministrazione, che ha permesso di aumentare il numero di donne presenti nei board delle Società dal 5% al 37%, con effetti positivi in particolare nei settori healthcare e finance. Tuttavia, c’è ancora molto da fare per colmare il gap: attualmente, il Paese è all’ultimo posto in termini di uguaglianza di genere in ambito lavorativo a causa di diversi fattori, come il divario di retribuzione delle donne, inferiore di quasi il 20% rispetto a quella degli uomini.
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