Dyson, la Brexit perde uno dei suoi sostenitori

La Brexit “perde” uno dei suoi più accaniti difensori: James Dyson, proprietario dell’omonimo colosso degli aspirapolvere, e non solo. Secondo quanto riportato da Business People, se ai tempi del referendum del 2016, l’imprenditore si era speso per convincere i suoi concittadini a votare l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, convinto che sarebbe stata una soluzione fantastica per l’economia britannica, gli investimenti e i posti di lavoro, oggi fa dietrofront, anche se non apertamente. Come già riferito, il tycoon ha deciso, infatti, di lasciare Malmesbury, nel Wiltshire, e di trasferire il quartier generale della sua azienda a Singapore. Ufficialmente la scelta non ha nulla a che fare con gli effetti della Brexit ed è stata presa solo per “essere più vicini ai mercati emergenti che crescono velocemente”. Ma molti faticano a credere alla versione fornita dal signor Dyson. Ora che Londra è sempre più isolata dagli investimenti, quella del re degli aspirapolvere sembra una vera e propria fuga, tanto che il partito laburista britannico ha parlato di “una vergognosa ipocrisia”.

Del resto, Singapore sembra piacere molto a Dyson che, qualche settimana fa, aveva deciso di iniziare a costruire lì le sue nuove auto elettriche. L’obiettivo in questo caso è sfidare la Tesla di Elon Musk, attraverso un progetto molto ambizioso e costoso, pari a 2 miliardi di sterline (quasi 2,2 miliardi di euro). E non bisogna dimenticare che nell’isola città-stato a sud della Malesia, sono già 1.100 i lavoratori impiegati per costruire motori e propulsori elettrici dei ventilatori e aspirapolvere Dyson e che l’azienda da molto tempo ha business in Malesia e nelle Filippine.
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