Nel I semestre 2023 il gruppo De’Longhi ha fatturato 1,29 miliardi di euro, in calo del 10% a cambi costanti rispetto al medesimo periodo del 2022. La contrazione si è registrata soprattutto nel I trimestre, molto peggiore rispetto all’inverno 2022, mentre il II trimestre è stato di poco inferiore, anzi superiore a perimetro eguale.
Ma le sorprese che hanno dato le ali al titolo in Borsa vengono dalla redditività. L’ebitda, uno dei più significatavi indicatori della marginalità ‘industriale’ è cresciuto del 10,3% rispetto al 2022, e si tratta di 160 milioni: il 12% dei ricavi. L’utile netto è stato di 82 milioni, anche esso in crescita importante: dal 5% De’Longhi è passata al 6,4% di rapporto utile/fatturato. Migliorata, ma non di molto, la posizione finanziaria netta: 311 milioni.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati conseguiti nel trimestre, che confermano le nostre attese di una progressiva normalizzazione dei trend di crescita e di profittabilità in questa fase post-pandemica“, ha commentato l’Amministratore delegato Fabio De’ Longhi , “in particolare, mi preme evidenziare il recupero della marginalità, frutto di una attenta strategia sui prezzi e di un rigoroso controllo degli investimenti, nonché di un recupero dei costi logistici e un allentamento delle pressioni sui restanti costi operativi. Il Gruppo può contare sulle intatte potenzialità di sviluppo dei segmenti del caffè e della nutrition a marchio Nutribullet, che hanno rappresentato nel semestre quasi il 65% del fatturato complessivo e chi sono destinati a rappresentare, nel medio termine, il principale motore di crescita e di profittabilità del Gruppo”.
Per l’intero 2023 De’Longhi conferma la guidance che prevede ricavi in leggera flessione rispetto al 2022 ed un Ebitda adjusted nell’intervallo di 370-390 milioni di euro.
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