Covid, a rischio le forniture hi-tech

Quasi 17 milioni di abitanti dovranno restare a casa per le restrizioni, e le aziende chiudono
Mancanza di forniture

Il lockdown imposto a Shenzhen, una delle città più grandi della Cina, hub tecnologico dove hanno sede colossi come Huawei, Tencent (casa madre di WeChat) e OPPO, rischia di bloccare ulteriormente le catene di approvvigionamento globali, già messe a dura prova dalla pandemia. La notizia della sospensione delle attività in città da parte del colosso dell’elettronica taiwanese Foxconn, principale fornitore di Apple, è preoccupante.

Sono scattate le misure a tolleranza zero e solo i servizi necessari rimarrano aperti. Shenzhen, che è il fulcro del settore tecnologico cinese e delle industrie manifatturiere elettroniche, ha uno dei porti più grandi del mondo. Il lockdown imposto dopo che 66 persone sono risultate positive al Covid, costringerà ben 17 milioni di abitanti a restare a casa. Rimarranno aperti solo supermercati, mercati agricoli, farmacie, strutture mediche e servizi di corriere espresso.

La città è il secondo centro di produzione cinese per Foxconn dopo Zhengzhou nella provincia di Henan. Che è il più grande fornitore al mondo per iPhone. Il più grande produttore di circuiti stampati di Taiwan, Unimicron, il fornitore chiave per la casa di Cupertino, Intel e Nvidia, ha dichiarato che la sua filiale nella megalopoli del Guangdong, chiuderà.

Il governo della città di Shanghai ha esortato i residenti a non partire se non in caso di assoluta necessità, mentre chiunque viaggi in entrata o in uscita dalla città deve presentare un tampone negativo nelle ultime 48 ore. I servizi di autobus tra la città e altre province, come Anhui, Shandong e Jiangxi, sono sospesi. Shanghai è il più importante centro di produzione di semiconduttori della Cina, nonché il suo hub finanziario.

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