“Chiudere non è nella nostra mentalità”

Duesse.it ha deciso di intraprendere un ‘giro’ itinerante tra i punti vendita d’Italia di diversa insegna per chiedere loro conto della decisione di tenere aperta l’attività (in ottemperanza del Decreto Legge DCPM 23/03/2020) e capire come il lavoro di tutti i giorni è sensibilmente cambiato nell’ultimo mese, con l’emergenza corona virus sempre più stringente.

La prima realtà a rispondere alla nostra proposta è stata Expert City-Rivolta di Sovico (Mb). In particolare, Marco Rivolta, impiegato e figlio del titolare, ci spiega che la decisione di tenere aperto: “Per un imprenditore chiudere – se non è obbligato a farlo – è veramente difficile. Non è nella nostra mentalità. E soprattutto, servendo un piccolo paese, non ci sembrava giusto togliere il nostro presidio che poteva essere utile in caso di problemi. Infatti è stato così. Abbiamo fatto una scelta di servizio. Ci siamo messi al servizio della comunità”.

Com’è cambiato il lavoro di tutti i giorni in negozio? “Sicuramente è cambiato, questo è già un fatto. Oggi gestiamo un lavoro basato sulle emergenze: frigo rotto, lavatrice che non va e via dicendo… Quello che manca, e giustamente, è la pedonabilità in negozio: abbiamo attivato tutti i mezzi di comunicazione possibili. Un po’ come i vecchi tempi, si usa il telefono (fisso, ndr), tanto il cellulare, i social, email…ecc. Siamo rimasti in negozio solo io e mio cugino. I nostri genitori (titolari) e i dipendenti li abbiamo lasciati a casa.Come crede cambieranno i risultati di business della vostra realtà in questo momento particolare?Adesso è difficile pensare a risultati o performance in generale. Facciamo quello che possiamo. Il nostro obiettivo è quello di non lasciare soli i nostri clienti e tutte le persone che hanno necessità. Lo ribadiamo sempre anche sui social: “venite solo in caso di vera necessità” ed è quello che sta succedendo, fortunatamente.

C’è qualche richiesta che si sente di mettere in luce all’Associazione di categoria e/o alle Istituzioni? I commercianti – e più in generale gli imprenditori – non sono molto abituati a chiedere, ma più a fare…Alle associazioni di categoria chiedo di essere un po’ più presenti e al Governo di non dimenticarsi dei commercianti. Ne sento parlare troppo poco.

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