Bruxelles vara l’ecodesign di smartphone e tablet

La bozza di Regolamento varata dalla Commissione va ora all'esame del Parlamento Europeo: tra le novità una etichetta energetica e contrasto alla obsolescenza programmata
La facciata della sede di Bruxelles del Parlamento Europeo Shutterstock

La Commissione Europea ha redatto e sottoposto al Parlamento Europeo la bozza di un nuovo Regolamento Europeo sull’ecodesign di smartphone e tablet al fine di renderli più longevi, più efficienti e riparabili. La bozza, così come avviene per i Decreti delegati italiani, dovrà essere discussa e potrà essere modificata e perfino bocciata dal Parlamento ma generalmente le modifiche che intervengono in questa fase sono relativamente limitate. Insomma possiamo già prevedere cosa avverrà nel mercato in futuro.

Già, in futuro:  perché il Parlamento europeo deve discutere la norma e dalla sua approvazione alla entrata in vigore del Regolamento passano almeno 2 anni. E’ possibile che la norma preveda degli ulteriori ‘tempi supplementari’. Insomma stiamo parlando di come sarà il mercato nel 2026. 

Etichettatura energetica per Tablet e smartphone

Il Regolamento prende in esame tutto il ciclo di vita dei device: dalla produzione fino al ri-uso e alla riparazione. L’obiettivo è di risparmiare 14 miliardi di Kwh ogni anno (metà del consumo di energia mensile medio di un Paese come l’Italia) cioè il 30% del consumo attuale

Gli smartphone e i tablet saranno dotati di una etichettatura energetica che dovrà fornire informazioni chiare e dettagliate all’utente su alcuni parametri: l’efficienza, la longevità della batteria e la resistenza agli urti. Inoltre sugli smartphone che sui tablet, sarà riportato un punteggio di riparabilità.

Le batterie dovranno essere in grado di mantenere l’80% della originaria capacità dopo 800 cicli di carica e scarica. I consumatori potranno ricevere i pezzi di ricambio,  nell’arco di 5-7 giorni lavorativi, anche per modelli da 7 anni fuori mercato. Le Case dovranno inoltre garantire aggiornamenti per non meno di 5 anni a partire dal momento del lancio sul mercato.

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