Dopo un ottimo I semestre, l’industria dei PC si interroga sul futuro

Rinnovi dei PC con Windows 10 e interesse per l'AI 'on board', ma sulle prospettive pesa l'incognita dei dazi
|Il Global Headquarter di Lenovo a Pechino|Yang Yuanqing

Stando ai dati resi noti da GfK proprio all’apertura di IFA2025, l’IT è la categoria con il maggior incremento di vendite nel I semestre in Europa: + 10%, ild oppio rispetto al 5% dei Ged e Ped. Nel mondo, qui i dati sono di IDC, l’aumento è stato del 5,7%: 131 milioni di PC venduti, oltre un milione per ogni giorno feriale Lenovo si conferma come primo produttore con quasi un quarto del mercato  (in volumi), seguito da HP con il 20,5% e da Dell con il 14,5%. Apple arriva al 9% (ma in valore i dati sarebbero molto superiori per Apple).

Il settore ha spazio di crescita, sia grazie alla ‘obsolescenza programmata’ dovuta all’uscita di scena delle vecchie versioni di Windows, (lo stop da parte Microsoft del supporto a Windows 10, annunciato per ottobre) sia soprattutto grazie all’interesse verso l’intelligenza artificiale, specialmente quella ‘on board’ realizzata dalla macchina e solo in parte da server farm esterne. Dopotutto era da molto tempo che nel mondo dei PC non si vedevano reali innovazioni.

Su questi trend di medio termine impatta l’incognita dei dazi. I Pc sono quasi totalmente prodotti in Asia nella stragrande maggioranza da aziende cinesi che però li producono in parte in altre nazioni. I dazi potrebbero impattare in modo importante sui prezzi, portando aziende e privati a procrastinare i loro acquisti.

A inizio agosto il presidente Trump ha annunciato l’intenzione di introdurre dazi del 100% sui chip importati, con le sole esenzioni per aziende che producono in Usa. Così anche se (per ora) i Pc restano esenti, è facile prevedere un rialzo dei prezzi. Questa prospettiva ha catalizzato un po’ di acquisti nei mesi scorsi ma non è chiaro se l’effetto proseguirà nei prossimi mesi (tipicamente le imprese ronnovano il loro parco PC verso fine anno).

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