Vendite online e prodotti non a norma, di chi sono le responsabilità?

Dalla mancata conformità ai test di sicurezza, all’applicazione delle direttive sugli imballaggi e sui rifiuti elettrici ed elettronici al problema dell’evasione dell’Iva, al tema dei soggetti preposti alla sorveglianza del mercato, questi alcuni dei temi principali del workshop “Online sales of non-compliant products” svoltosi lo scorso ottobre a Bruxelles. Durante l’evento, organizzato da EucoLight, l’associazione europea dei sistemi collettivi Raee specializzati nei rifiuti di illuminazione, con il contributo del consorzio italiano Ecolamp, è emersa ancora una volta la necessità di un approccio coordinato e coerente nell’attribuzione delle responsabilità per i prodotti immessi sul mercato europeo attraverso le piattaforme di vendita online.

Come dichiarato da Marc Guiraud, segretario generale di EucoLight e moderatore del workshop, “l’economia digitale è una storia di successo con grandi potenzialità. Tuttavia, la non conformità è una preoccupazione crescente per i prodotti venduti online. Nella nostra esperienza il settore dell’illuminazione e dell’elettronica è particolarmente vulnerabile, con numerosi produttori che non aderiscono al sistema Raee pur usufruendo del servizio di gestione dei propri rifiuti”.

Monika Romenska, regulatory & public affairs manager di Expra (organizzazione dei sistemi di conformità per i rifiuti d’imballaggio) ha aggiunto: “Le vendite a distanza rappresentano già fino al 20-30% del mercato in vari flussi di rifiuti, in alcuni Stati membri. Evitando di pagare i costi di raccolta e di trattamento, queste vendite distorcono il mercato: impongono un costo ingiusto ai produttori conformi – per lo più aziende locali – rendendoli meno competitivi”.

Davide Rossi, presidente di Optime (nella foto), a sua volta ha dichiarato “La crescita vertiginosa dell’eCommerce rappresenta una grande opportunità, ma allo stesso tempo implica rischi senza precedenti. Optime è un’iniziativa congiunta che raggruppa produttori, rivenditori, consorzi di Raee e altre parti interessate che lavorano insieme per creare consapevolezza, indagare sulle anomalie e supportare le Autorità competenti nel contrastare pratiche scorrette e illegali. Quest’esempio di collaborazione tra tutti i player della filiera che si riconoscono nei valori della legalità e della concorrenza leale tra imprese è un modello vantaggiosamente duplicabile in altri Paesi Europei”.

“Il peso del commercio online per le vendite di apparecchiature elettriche ed elettroniche è innegabile – ha commentato Fabrizio D’Amico, direttore generale del consorzio Ecolamp -. È necessario tuttavia che le piattaforme di eCommerce, che ospitano produttori non in regola con la normativa, siano chiaramente identificate come soggetti responsabili della conformità dei prodotti che immettono sui nostri mercati, anziché fare da scudo a produttori che si sottraggono ai propri obblighi determinando ripercussioni negative sull’intero sistema”.

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