Trend Spa (ex Evoluzione) in Gaer (Expert)

“Abbiamo trovato un accordo rispondente a quello che stavamo cercando. L’obiettivo non era infatti quello di diventare un qualsiasi affiliato o socio che dir si voglia, ma di gestire in autonomia una zona”. Così Giovanni Signetti, a capo della piattaforma logistica Trend Spa, operativa in Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, commenta l’ingresso della propria azienda in GAER, socio di DG Group (Expert-Italy). Il manager, che è stato anche vicepresidente di Evoluzione, non ha voluto soffermarsi sulle sorti dell’insegna Dixe e del gruppo (anche perché ancora operativo), ma concentrasi sulla nuova sfida che li attende. Oltre, infatti, a essere nuovi soci della piattaforma del gruppo arancione, Trend sembra essere oggi più che mai pronta a dedicarsi allo sviluppo nei territori di competenza “che, senza peccare di presunzione, conosciamo bene e sappiamo essere zone non di semplice gestione”.

Che bilancio trae dalla scelta di entrare in GAER?

“È impossibile dirlo ora, visto che abbiamo iniziato a ricevere merce da troppo poco (inizio aprile, ndr). Quello che posso dire è che in questi lunghi mesi di contatto, abbiamo avuto la possibilità di vedere tante cose: quello che trattano, come lo trattano, come lo vendono e come lo comprano….E non possiamo che esserne entusiasti. In questi giorni di intenso lavoro, abbiamo abilitato sul nostro btob tutto quello che è l’integrazione tra la nostra e la piattaforma GAER”.

Questa unione vi permette anche di aggredire marchi/prodotti che prima non gestivate?

“Continueremo, almeno per quest’anno, ad avere una piattaforma più ‘piccola’ e ‘locale’, ma caratterizzata da una griglia molto più ampia. Questo vuol dire che possiamo consegnare 24 ore dopo l’ordine nelle zone di Asti, Torino, Alessandria e Cuneo. In alcuni casi, come la Liguria, serviamo due/tre volte a settimana. I nostri clienti sono abituati a un servizio rapido e veloce e questo è il vantaggio di essere piccoli e snelli. Per rispondere alla sua domanda, manteniamo quindi una certa griglia, che è lo zoccolo duro di quello che vendiamo, e la integriamo con tutta quella parte di brand e/o prodotto che o non abbiamo mai trattato o che abbiamo scelto nel corso del tempo di abbandonare. Integriamo le due cose e al cliente rispondiamo dicendo che quel prodotto marchiato con un certo colore è in consegna in 24 ore, mentre l’altro in quattro/cinque giorni lavorativi. Il fattore che ha determinato la crescita degli ordini degli ultimi giorni è il fatto che si è allargata a dismisura la griglia di prodotto da scegliere”.

In conclusione, quale fotografia scatta del mercato in termini generali?

“Se devo essere sincero, sono sempre molto critico con noi operatori della distribuzione e dell’industria. La verità è che continuiamo a essere la causa dei nostri mali”.

In che senso?

“Credo che i numeri ci dicano esattamente che i consumi si muovono: il bianco rimane sostanzialmente stabile, il piccolo cresce, la telefonia pure (…) ma continuiamo a operare con politiche scellerate da emergenza. E, vorrei dire, in grande parte a causa dell’industria, governata da manager che improvvisano perché non hanno piani a lunga scadenza e vanno avanti per tentativi.

Però ci sembra che anche la distribuzione faccia la sua parte…

“Non è possibile negarlo, ma mi permetto di dire che poi alla lunga paghiamo noi gli sbagli altrui e realtà – anche importanti – chiudono i loro negozi lasciando a casa personale, usando i soldi che avevano guadagnato negli anni passati. Il manager dalla carica blasonata si ricolloca più facilmente”.

L’intervista completa sul numero di maggio di Trade Bianco.

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