Le nozze fra Telepiù e Stream non saranno ufficialmente celebrate prima di quattro o cinque mesi. L’annuncio è stato fatto a Parigi dal presidente di Vivendi, Jean-Marie Messier precisando che, per il momento, le parti hanno raggiunto un accordo di principio, lasciando ai legali il compito di definire i dettagli. Quanto al via libera dell’antitrust europeo di Bruxelles, il dirigente del colosso francese che controllerà i due terzi della futura piattaforma digitale italiana attende la risposta entro, al più tardi, cinque mesi. Telepiù, che sarà il nome del nuovo gruppo nato dalle due piattaforme finora concorrenti avrà 2,5 milioni d’abbonati, con i diritti esclusivi per il calcio e questo fatto dovrebbe migliorare i risultati. #Pensiamo che il mercato televisivo italiano sia caratterizzato da due fattori: una larga preponderanza della tv gratuita e, a causa di questo fatto, due gruppi che operano nel settore digitale con grandi perdite$, ha dichiarato il presidente di Vivendi. Messier non ha voluto quantificare le possibili sinergie né gli obiettivi finanziari della futura Telepiù, gruppo che Messier controlla al 98% tramite Canal Plus. Per quanto riguarda i decoder italiani, invece, è scaduto il 30 aprile scorso il termine che i due operatori si sono dati per rendere operativo il sistema che consente l’utilizzo di un decoder unico. In pratica entrambi gli apparecchi dovranno consentire la ricezione dei programmi trasmessi sia dalla piattaforma di Telepiù sia da quella di Stream. Il sistema simulcrypt permetterà all’utente di mantenere invariato il decoder, Gold Box (Seca) o Stream Box (Nds), già in possesso degli abbonati e quindi ricevere, almeno inizialmente, le offerte di entrambi gli operatori per quello che riguarda le pay tv. Ma i dubbi sul funzionamento dei decoder, soprattutto terrestri e sulla loro compatibilità, dovrebbero creare qualche problema tecnico, almeno nei primi tempi, alla visione dei programmi.
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