Stream e Tele+ hanno rinunciato al loro progetto di fusione. La decisione è stata presa ieri per evitare il parere negativo dell’Autorità antitrust che, secondo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, stava per bloccare l’operazione. Quindi non ci sarà un’unica piattaforma televisiva che avrebbe visto convivere Vivendi/Universal e News Corp. (azionisti di riferimento rispettivamente di Tele+ e Stream). Proseguono intanto a ritmo serrato, si parla di una conclusione in tempi brevi, le trattative per l’acquisizione di Stream da parte di Tele+; le due aziende starebbero discutendo sulla cifra da pagare. Sull’ipotesi di acquisto l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che dovrà comunque esprimersi in merito, è sempre stata più possibilista, pur non nascondendo alcune perplessità. Con l’acquisizione di una piattaforma da parte dell’altra si crea di fatto un monopolio che rende difficile l’ingresso di altri operatori nel mercato italiano soprattutto a causa degli alti costi fissi necessari per operare nel settore della televisione satellitare. L’Antitrust ha già fatto conoscere alcune delle condizione che dovranno essere rispettate perché l’acquisizione vada in porto: ad esempio Tele+ dovrà rinunciare alle sue frequenze terrestri (comprese quelle per il digitale) e dovrà attivarsi per ridurre la durata dei contratti sui diritti del calcio.
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