Rufus: AI generativa di consigli o di utili per Amazon?

|||Una schermata dal video di Amazon su Youtube che illustra il funzionamento del nuovo assistente di Amazon

Amazon ha iniziato ad implementare Rufus, un assistente on line che aiuterà il cliente a scegliere il prodotto più adatto alle sue esigenze e fornirà informazioni su di esso grazie alla intelligenza artificiale generativa e a tutti i dati che Amazon possiede su quel cliente (acquisti, ricerche etc).

Il CEO di Amazon Andy Jassy ha affermato che Rufus “consente ai clienti di scoprire gli articoli in un modo molto diverso rispetto a quanto hanno potuto fare sui siti di e-commerce”.
Un preoccupato articolo di Reuters nota come Amazon abbia mostrato in passato la sua capacità di indirizzare i clienti verso i prodotti che la avvantaggiano maggiormente, sia perché sono più redditizi sia perché sono sostenuti da dollari pubblicitari.

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Una schermata dal video di Amazon su Youtube che illustra il funzionamento del nuovo assistente di Amazon

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Due schermate mostrano il possibile dialogo fra Rufus e un cliente alla ricerca della migliore macchina per il caffè

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Amazon è sempre più un media pubblicitario
La Federal Trade Commission contro Amazon ha accusato Amazon di “influenzare i risultati di ricerca di Amazon per preferire i propri prodotti rispetto a quelli che Amazon sa essere di migliore qualità”.
Come per altri servizi di intelligenza artificiale generativa, l’algoritmo dietro Rufus è un segreto gelosamente custodito e Amazon ha rifiutato di discutere come funziona. In un comunicato stampa, ha detto che stato addestrato utilizzando il catalogo dei prodotti di Amazon, recensioni, informazioni dal web e sezioni di domande e risposte. Nel IV trimestre 2023 le entrate che Amazon trae non dall intermediazione di beni ma dalla pubblicità sono aumentate del 27% sfiorando i 15 miliardi di dollari

Amazon Choice: come si dice a Bruxelles “a pensar male…”

Rufus è una novità assoluta ma un precedente esiste: i prodotti Amazon’s choice che appaiono in testa a ogni ricerca. Amazon afferma che l’etichetta è concessa sulla base di criteri quali recensioni, velocità di spedizione e prezzoe e ha negato di aver mai ‘venduto’ questa qualifica. Eppure il Commissario europeo alla concorrenza Margrethe Vestager, ha affermato che la capacità di Amazon di limitare l’accesso al badge “Amazon’s Choice” è stata una delle ragioni della sua opposizione alla prevista acquisizione da parte della società di iRobot, produttore di Roomba. Amazon si è ritirata dall’accordo il mese scorso. Insomma il detto “a pensar male si fa peccato ma si indivina” ha un duo equivalente anche a Bruxelles.

Da operatore logistico a  ‘prescrittore’ 

Il rischio per i brand è che Amazon da canale di distribuzione si trasformi sempre di più in un ‘prescrittore’, un intermediario in grado di sovrapporsi alle informazioni del brand in merito ai singoli prodotti e di frapporsi secondo logiche non trasparenti tra il brand e il potenziale cliente.

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