Rinviati a giudizio i vertici del Gruppo Pam

I vertici del Gruppo Pam sono stati rinviati a giudizio dal tribunale di Venezia e saranno processati per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale il prossimo febbraio. La questione è quella ormai nota da tempo. Secondo la Guardia di Finanza, che ha svolto le indagini, gli imputati avrebbero costituito un’associazione finalizzata a commettere frodi fiscali tra il 2003 e il 2006 (emissione e utilizzo di fatture e documenti per operazioni commerciali in realtà inesistenti; omessa dichiarazione dei redditi e dell’Iva) utilizzando a questo scopo le aziende del Gruppo Pam e le società I Dogi spa, Alinghi Trade ed Erre Trading. Ad attirare l’attenzione della Finanza era stata in particolare la compravendita di cellulari, il cui fatturato per il Gruppo Pam è passato da 258 mila euro del 2000 a 301 milioni del 2005, scendendo poi a 39 mila nel 2007, dopo che i finanzieri avevano avviato i controlli fiscali. Secondo il capo d’imputazione, la I Dogi avrebbe emesso fatture fasulle a favore di Pam per 57 milioni nel 2003, per 76 nell’anno seguente, per 141 nel 2005 e per 67 milioni nel 2006, mentre Alinghi fatture per operazioni inesistenti per 285 mila euro. Sono stati esclusi i reati di frode ed evasione fiscale commessi fino al 2005 perché prescritti. A subire il processo saranno l’amministratore delegato di Pam Arturo Bastianello, il direttore commerciale Salvatore Dina, la responsabile amministrativa Maria Trevisanato, l’ex direttore acquisti Fabio Godano (oggi in Unieuro). E ancora Maurizio Guarini, titolare della I Dogi spa, Stefano Negri, titolare della Alinghi Trade spa, e Robert Rylance, titolare della Erre Trading di Lipsia. In una breve nota, il Gruppo Pam ha confermato la sua estraneità ai fatti: “I vertici del Gruppo”, si legge nella nota stessa, “nell’esprimere ancora una volta il rammarico per vedersi rivolte delle accuse rispetto alle quali sono totalmente estranei, ribadiscono la proprio assoluta fiducia nell’esito positivo del procedimento”.