Reshoring di Polti: saranno made in Italy le Vaporella Next

Grazie al programma 'Kaizen Polti' i costi industriali della produzione in Italia e in Cina sono sostanzialmente identici
Francesca_Polti_DG_Polti_SpA_1_bassaFrancesca Polti AD del gruppo Polti Spa

Dal 2025 Polti riporterà in Italia la produzione della linea Vaporella Next. Lo ha dichiarato al Sole 24 Ore Francesca Polti, AD della società comasca. Un caso di reshoring raro nel mondo dei Ped “Siamo una mosca bianca”, ha commentato.
Il reshoring è reso fattibile da un piano di efficientemente e snellimento dei processi produttivi e logistici di Polti. Secondo l’azienda grazie a questo programma, chiamato ‘Kaizen Polti’ i costi industriali della produzione in Italia e in Cina sono sostanzialmente identici, considerando il cambio e i costi di trasporto.

«Queste ottimizzazioni non porteranno a nuove assunzioni ma in base ai risultati ottenuti da questa prima fase valuteremo nel medio periodo il rientro di altre linee di piccoli elettrodomestici dalla Cina». Gli obiettivi di lungo termine del progetto Kaizen Polti sono di portare in Italia altre linee di prodotto attualmente assemblate all’estero per dare nuovo impulso alla competitività e al made in Italy» ha detto Francesca Polti.Secondo il piano industriale 2024-2026 nello stabilimento di Bulgarograsso nel comasco dove lavorano 155 persone su un totale di 230 nel mondo, a partire dal 2025 verranno così prodotte circa 30mila unità del modello Next della Vaporella.
L’emergenza sanitaria provocata dal Covid ha dato un grande impulso anche alle vendite dell’altro storico prodotto di punta di Polti, il Vaporetto. Ideato per pulire e igienizzare gli spazi indoor grazie al vapore e senza utilizzare prodotti chimici, oggi è sempre più utilizzato come strumento di benessere degli spazi di casa.

Il Gruppo Polti archivia il 2023 con un fatturato di oltre 60 milioni e soprattutto ritrova la profittabilità con un Mol di 2,5 milioni. Secondo il piano industriale quest’anno il fatturato dovrebbe registrare una crescita intorno al 15-18% anche grazie al lavoro fatto nell’area dell’internazionalizzazione.

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