Al tema ampio quanto attuale della sostenibilità Remedia ha dedicato ieri il talk show “Hi-tech e ambiente per l’economia sostenibile del futuro” per festeggiare il 1° rapporto di sostenibilità del consorzio, evento moderato da Luca Mercalli, giornalista e presidente della società meteorologica italiana. Infatti come lo stesso Mercalli ha sottolineato in apertura: “La sensibilità e l’attenzione ai temi green non è più una scelta ideologica ma neppure una moda, è semplicemente la necessità sempre più diffusa nei diversi soggetti di rispondere alla limitatezza delle dimensioni e delle risorse del nostro Pianeta. Temi su cui la stessa industria spinta dalla stessa crisi economica si confronta sempre più diffusamente. Danilo Bonato, direttore generale di Remedia più dettagliatamente ha dichiarato: “Siamo in un momento difficile e molte certezze sono crollate disorientando molte aziende, ma su questo sfondo rileviamo un crescente quanto allargato impegno dell’industria hi-tech nei confronti della sostenibilità, non più semplice leva emotiva ma vera e propria nuova linea strategica per lo sviluppo”. Ovvero i brand dell’hi-tech scoprono che si può essere competitivi e soddisfare i bisogni dei consumatori limitando l’impatto ambientale, agendo come ha sintetizzato Bonato su tre leve eco: eco-design, efficienza energetica e riuso/riciclo. La sostenibilità diventa così una nuova strada – quanto essenziale – d’innovazione intrapresa dalle aziende hi-tech da un lato per rispondere ad una sensibilità ambientale crescente dei consumatori, sottolineata dai partner dell’istituto di ricerca Future Concept Lab che dalla scrittrice Cristina Gabetti; dall’altro come messo in evidenza da Amedeo D’angelo, vice presidente delle divisione mobile di Samsung: “perché l’ecologia è per le aziende anche un driver economico e un vantaggio competitivo e non una semplice questione etica”. L’anello debole sembra quindi essere quello delle istituzioni che come emerso dagli interventi di Riccardo Pasini, presidente di Elite e consigliere di Aires, e di Roberto Lisot, presidente di Remedia, dovrebbero non solo dedicare a questi temi maggiore attenzione ma soprattutto garantire interventi sia normativi, sia educativi-informativi in tempi rapidi e con maggiore senso di praticità. Non a caso Lisot ha evidenziato che pur avendo la raccolta dei materiale Raee da parte del consorzio lavorato bene nel primo anno di attività (oltre 20 mila le tonnellate raccolte e lavorate nel 2008), “è solo un piccolo passo che va sostenuto con il completamento celere del quadro normativo”; in primo luogo con la pubblicazione dei tanto attesi decreti semplificativi per il ritiro uno contro uno.
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