La banca d’affari internazionale Morgan Stanley, su richiesta della Consob, ha comunicato di possedere un pacchetto di azioni Unieuro pari al 10, 3% acquistate sia prima sia durante l’Offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) lanciata da Fnac Darty. Le azioni non sono state conferite nella prima fase di adesione all’Opas.
Saranno conferite in questa settimana, nel corso della seconda ‘finestra’ concessa agli azionisti rimasti ‘alla finestra’ in ottobre che potranno aderire dal 4 all’8 novembre? Teoricamente sì anche se non è chiaro per quale ragione Morgan Stanley dovrebbe aver acquistato titoli in Borsa in ottobre (a un prezzo sostanzialmente allineato se non superiore a quello offerto da Fnac-Darty) per poi cederli allo stesso prezzo. A fine ottobre infatti Morgan Stanley ha incrementato la partecipazione aggregata nel capitale di Unieuro portandola dall’8,86% al 10,324%. La partecipazione è detenuta tramite tre società controllate.
L’ipotesi che circola negli ambienti finanziari milanesi è che Morgan Stanley, per proprio conto o per conto di terzi, voglia tenere il pacchetto dopo la conclusione dell’Opas (che a questo punto in nessun caso arriverà al 100%) per poi cederlo a Fnac Darty a un prezzo superiore a quello offerto dall’Opas consentendo così a Fmac darty di raggiungere l’obiettivo del 90% che permetterebeb il delisting.
Nulla infatti impedisce all’offerente, una volta conclusa l’Offerta, di acquistare i titoli rimanenti con una Opa residuale o con accordi privati a un valore superiore a quello offerto in sede di Opas (ma d’altra parte nulla obbliga a farlo). Arrivare al 90% delle azioni renderebbe sicuramente più veloci e semplici le operazioni che portano a una fusione permettendo di chiudere il processo non appena arriverà il via libera della Commissione Europea.
Qualcuno ha rilevato la coincidenza fra l’entità del pacchetto in mano alla banca d’affari americana (ben presente in Europa e vicina a molte famiglie imprenditoriali italiane) e quel 10,2% di azioni detenuto dalla famiglia Silvestrini che ha affermato di non aver ceduto le proprie azioni a Fnac durante l’Opas.
Nel dettaglio, il 10,2% è relativo a diritti di voto riferibili ad azioni dell’istituto bancario, mentre lo 0,124% fa riferimento a una partecipazione potenziale (azioni oggetto di contratti di prestito titoli senza data di scadenza e con possibilità di restituzione in qualsiasi momento a discrezione del prestatore).
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