Al recente convegno di Kiki Lab ‘Retail Innovations 11’ , volto a enfatizzare i casi sia italiani, ma anche europei, di innovazione e di successo del panorama retailing, è stato sottolineato più volte: il punto vendita fisico ha e continuerà ad avere un ruolo fondamentale per il consumatore, tanto è vero che pure player del calibro di Amazon, o la stessa Apple, hanno aperto store per riuscire ad avere un ‘contatto’ più diretto con la propria utenza finale. Sarà forse per questo che, analizzando con i dati GfK l’evoluzione del peso avuto dalle vendite Internet rispetto a quelle fisiche, lo sviluppo delle prime prosegue, ma gradualmente e anche nel 2015 non tocca quota 10%. Nello specifico, prendendo in considerazione gli ultimi cinque anni, nel 2011 le Internet sales valevano il 5,8% sul totale, contro un restante 94,2% appannaggio delle traditional sales. 12 mesi dopo, tali valori hanno raggiunto rispettivamente quota 6,2% per le vendite liquide e 93,8% per quelle tradizionali. Nel 2013: 7,8% vs 92,2% che raggiungono l’8,6% e il 91,4% esattamente dodici mesi dopo.
L’anno che invece ci lasciamo alle spalle ha portato le Internet sales al 9,5%, lasciando alle vendite tradizionali il restante 90,5%, ma rappresentando comunque una rilevanza di quasi due punti percentuali superiore alla share degli electrical shopper, ovvero dei negozi fisici sotto gli 800 mq.
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