La UE mette fuorilegge dal 2029 ogni caldaia a combustione?

Un Regolamento Europeo potrebbe de facto proibire la vendita in Europa di ogni tipo di caldaia a combustione. Fra 2000 giorni si potrà riscaldare solo con l'elettricità.
La facciata della sede di Bruxelles del Parlamento Europeo Shutterstock

Fra sei anni risulterà impossibile acquistare una caldaia a gas di qualunque tipo. La bozza di revisione del Regolamento Europeo 813/2013/Ue ‘Ecodesign’ in discussione tra Parlameto, Commissione e Consiglio Europeo, non proibisce nulla esplicitamente ma richiede requisiti di efficienza minimi per il mercato europeo, irraggiungibili per tutti gli apparecchi a gas: “di fatto è un divieto di commercializzazione”, scrive  Giuseppe Latour sul Sole24Ore, è un divieto di vendita per tutte le caldaie a gas, a partire dal 1° settembre del 2029.

Lo strumento che sarà usato non è una Direttiva, che deve essere recepita dai vari Stati membri ma un Regolamento che dalla sua approvazione in Parlamento Europeo diviene immediatamente Legge dello Stato in tutti i 27. La redazione potrebbe avvenir eentro la fine del 2023, la pubblicazione nel 2024 con una deadline assoluta a 5 anni. 

Il limite minimo del 115%“, ha spiegato Valentina D’Acunti, capo comparto gas di Assotermica, l’associazione dei produttori di apparecchi e componenti per impianti termici, federata in Anima Confindustria, “taglia fuori dal mercato qualsiasi caldaia, indipendentemente dalla possibilità di essere alimentata con combustibili rinnovabili”.

Sarebbero bloccate anche le  caldaie alimentate con gas rinnovabili: sul mercato, italiano ed europeo, sono già presenti caldaie pronte a lavorare con miscele di idrogeno al 20% o con bio-metano al 100 per cento.

La norma è quindi più restrittiva rispetto alla  direttiva Case green o Epbd (Energy performance of buildings directive), approvata il 14 marzo dal Parlamento europeo e avviata verso la trattativa tra istituzioni europee che vieta il  riscaldamento a combustibili fossili (soprattutto, le caldaie a gas) ma non limita i sistemi ibridi (quelli costituiti da una caldaia a condensazione e da una pompa di calore) e le caldaie certificate per funzionare con combustibili rinnovabili (come il biometano o l’idrogeno). Il regolamento Ecodesign, invece, le taglia fuori.

Resteranno sul mercato le pompe di calore elettriche e gli apparecchi ibridi (pompa di calore + caldaia a gas), che potranno usufruore di incentivi (e qui interviene il Regolamento  Ecolabelling, in discussione insieme all’Ecodesign, che prevede incentivi solo per gli ibridi nelle prime due classi di efficienza energetiche. 

Questa impostazione viene duramente criticata da Alberto Montanini, presidente di Assotermica: «L’esclusione degli apparecchi di riscaldamento a combustione porterebbe a focalizzare la transizione energetica di fatto su un’unica soluzione – l’elettrificazione – determinando una serie di criticità con ricadute sulla competitività della nostra industria, sulla sostenibilità economica e sociale per le famiglie, sulla stabilità e sulla resilienza del nostro sistema energetico. Criticità che rischiano di compromettere anche l’attuazione del percorso di decarbonizzazione dei consumi domestici. Senza dimenticare che così si danneggia un intero sistema produttivo: l’Italia è leader per la produzione di componenti».

Queste perplessità sono condivise da altre associazioni. Due giorni fa è arrivata sul tema una nota congiunta di Proxigas, Assogasliquidi, Assotermica, Federcostruzioni, Ance e Applia Italia: «Per il nostro Paese, dove il gas è centrale nel settore domestico si prospettano ricadute sulla competitività dell’industria, sulla sostenibilità economica e sociale per le famiglie, sulla stabilità e sulla resilienza del sistema energetico». Nel 2022 in Italia sono state installate 1,1 milioni di caldaie su un totale di circa 19 milioni di apparecchi.

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