Nella proposta di quadro finanziario pluriennale (Qfp) presentata dalla Commissione europea il 16 luglio 2025 è prevista una nuova tassa che colpirà dal 2028 gli Stati membri che non raggiungono gli obiettivi di raccolta dei rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee).
In pratica la Commissione calcolerà ogni anno il peso delle apparecchiature elettroniche immesse sul mercato nei tre anni precedenti e quello dei Raee correttamente lavorati nello stesso periodo. Se quest’ultimo non rappresenta il 65% dell’immesso, sulla differenza sarà applicata una tassa pari – questa la richiesta iniziale – a 2 euro al chilo.
Per l’Italia, il grande Paese più lontano dall’obiettivo – si tratterebbe di una ‘tegola’ significativa: nel 2024, secondo io calcoli del Centro di Coordinamento Raee, le 360 mila tonnellate correttamente lavorate rappresentavano solo il 30% dell’immesso. Mancano all’appello circa 400 mila tonnellate. Se la proposta venisse approvata e nel 2028 le cifre rimanessero più o meno queste, l’Italia dovrebbe pagare 2000 euro per ogni tonnellata ‘mancante’ e quindi 0,8 miliardi di euro.
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