Floor care ed energy label, tutto da rifare

Dopo che il Tribunale dell’UE ha dato ragione a Dyson sull’etichetta energetica e annullato il regolamento europeo in fatto di etichettatura degli aspirapolvere con filo, la Commissione Europea ha deciso di non ricorrere in appello facendo ufficialmente divenire ‘fuorilegge’ l’energy label del mondo floor care. Ecco l’epilogo, divenuto ufficiale in questi giorni, sulla diatriba che il colosso Dyson ha portato avanti dall’attuazione della normativa (che risale dal 2014, ndr).

Non solo, Dyson intende ora chiedere un risarcimento “per i danni subiti nei quattro anni di applicazione di questa normativa palesemente fuorviante. Il regolamento, infatti, beneficiava i produttori tradizionali, soprattutto tedeschi, compresi quelli che avevano fatto pressioni sui funzionari della Commissione affinché adottassero queste disposizioni ingannevoli. I produttori e distributori devono eliminare subito l’etichetta con la classificazione energetica dalle confezioni degli aspirapolvere, come pure dal materiale promozionale, dagli scaffali e dai siti internet in tutta Europa”. Ora lo scenario che si ‘apre’ riguarda proprio l’eliminazione dell’etichetta attuale dai negozi, quando in Italia (e non solo) si è, in principio, spinto su prodotto più efficienti che efficaci (proprio per rispondere al meglio ai criteri imposti dalla normativa, ndr). Dall’altro lato, è anche vero che la stragrande maggioranza dei brand del mercato hanno realizzato aspirapolvere bagless molto similari, almeno nella ‘forma’, all’architettura ciclonica Dyson. Motivo che probabilmente ha spinto la Commissione europea a non ricorrere in appello e lasciare che l’etichetta energetica degli aspirapolveri affondi nell’oblio. Ma come impatterà tutto ciò sia a livello produttivo che commerciale sul mercato?

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