Nonostante le dichiarazioni, ePrice rischia ancora il fallimento. I numeri sono impietosi, l’esercizio si è chiuso con ricavi pari a 58,3 milioni di euro (-43,3% vs. 2020), Ebitda pari a -11,6 milioni di euro (vs. -13,6 milioni di euro nel 2020) e un risultato netto pari a -20,2 milioni di euro (-34,6 milioni di euro nel 2020).
Durante l’intero l’esercizio 2021, ePrice ha utilizzato la propria controllata ePrice Operations, un cosiddetto “negozio online”, specializzato nella vendita di prodotti high-tech, soprattutto elettronica ed elettrodomestici.
Così come riportato dal Messaggero, la controllata ePop, nel dicembre del 2021 ha presentato domanda di concordato. A giugno 2022 è stato ceduto il ramo d’azienda Marketplace in mano a ePop e successivamente è stata presentata istanza di fallimento in proprio e in data 30 giugno 2022 il Tribunale di Milano ha emesso la sentenza di fallimento.
Nel quadro burrascoso c’è stata conferma, da parte di Negma, società di investimenti di proprietà di Elaf Gassam, che ePrice si può salvare. In quest’ottica ePrice ritiene possibile il risanamento patrimoniale e finanziario della capogruppo e ha così redatto il bilancio individuale e consolidato con l’obiettivo della continuità aziendale.
L’obiettivo di Negma è di trasformare ePrice in una piattaforma di investimenti in realtà italiane ed europee presenti nel ramo tech. Allo scopo Negma ritiene di operare su due fronti, da un lato l’erogazione di risorse finanziarie, dall’altro sottoscrivere un aumento di capitale. La proposta di Negma presuppone però il fatto che la società mantenga lo status di quotata su Euronext Milan.
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