Ecco come iRobot ridisegna il proprio futuro

Così come sanno fare i suoi intelligenti robot aspirapolvere Roomba quando incontrano un ostacolo, iRobot sta ri-mappando il suo territorio di azione dopo il ritiro della proposta di acquisto da parte di Amazon.

Sola (e con Amazon quale concorrente) iRobot si confronta con un mercato divenuto affollato di proposte. Dalla sua ha un brand ben noto nel mondo (e in Italia anche grazie al lavoro del suo distributore Nital); contro ha una base di costi eccessiva rispetto a un fatturato in calo.

Le vendite sono scese del 25% nel 2023 a 891 milioni di dollari con una perdita di 265 milioni. La termination fee che Amazon riconoscerà (94 milioni) andrà in parte a restituire il prestito di 200 milioni ottenuto dalla società

Per prima cosa il Ceo Colin Angle, fra i fondatori della società, si è dimesso, lasciando il posto ad interim al vice presidente e chief legal officer Glen Weinstein.  Il consigliere  indipendente Andrew Miller, presiederà il CdA della società.

Il nuovo management dovrà allineare la struttura dei costi alle attese di fatturato a breve termine: verranno rivisti gli accordi con i fornitori alla ricerca di risparmi per 80-100 milioni di dollari.

La spesa in R&D sarà ridotta di 20 milioni decentrando alcune attività in aree dove è possibile reclutare ottimi tecnici a costi inferiori.

Il budget per le attività di marketing saranno  ridotti di 30 milioni di dollari.

A livello di portafoglio prodotti iRobot si concentrerà sulle sue attività core abbandonando i progetti di estensione (robot taglia erba, purificatori d’aria).

Tutto questo, ha spiegato l’azienda in un comunicato diffuso all’indomani della fine dell’accordo con Amazon, porterà al licenziamento di 350 dipendenti, il 31% della forza lavoro.

Al tempo stesso iRobot si concentrerà sulle attività strategiche per sfruttare e accrescere la brand recognition e ridisegnare le sue attività go-to-market, concentrandosi sui canali più redditizi e accrescendo le vendite direct to consumer.