Dyson rivela che in casa ‘tira una brutta aria’: inquinamenti record a Milano e Roma

Inquietante la situazione disegnata dai dati raccolti da 2,5 milioni di purificatori installati. L'aria indoor è fino a 5 volte più inquinata di quella esterna, soprattutto la sera
|Il progetto Dyson Global Connected Air Quality Data raccoglie informazioni da 2

L’inverno è la stagione  e gennaio il mese in cui l’aria è più inquinata e in buona parte delle nazioni e delle città occidentali l’inquinamento atmosferico è a livelli molto alti sia ‘outdoor’ sia, e qui sta la novità ‘all’interno delle case.
Il progetto Air Quality Connected Data di Dyson ha esaminato i dati relativi alla qualità dell’aria indoor provenienti da oltre 2,5 milioni di purificatori d’aria connessi. Nel 2022, in 2 Paesi su 3 sono stati rilevati livelli medi annui di PM2,5 indoor più alti di quelli outdoor. In Italia, i livelli medi annui di PM2,5 in ambienti interni hanno superato del 10% quelli all’esterno.
In tutti i Paesi coinvolti i valori medi mensili di PM2,5 sono risultati superiori, per almeno 6 mesi nel corso dell’anno, alle linee guida dell’OMS per l’esposizione a lungo termine. L’Italia ha superato le raccomandazioni dell’OMS per 7 mesi nell’arco dell’anno.
In un arco di tempo di 24 ore, l’orario più inquinato è stato identificato tra le 18:00 e la mezzanotte, proprio la fase della giornata in cui le persone si trovano generalmente nelle proprie abitazioni.
Il progetto differenzia gli inquinanti tra gas e particolato, identificando dei trend su base giornaliera, mensile, stagionale e annuale. I dati provengono dai purificatori Dyson connessi all’app MyDyson; il volume di dati supera il mezzo trilione di punti, e offre quindi una visione precisa della qualità dell’aria indoor in città e Paesi di tutto il mondo, contribuendo significativamente a migliorare la comprensione e la consapevolezza dell’inquinamento negli ambienti interni.

Spesso consideriamo l’inquinamento dell’aria un problema che riguarda gli ambienti esterni o le strade. Sebbene la ricerca sull’inquinamento dell’aria indoor stia crescendo, continua a essere poco sviluppata. Quanto rilevato da Dyson ci offre un prezioso punto di vista sui reali livelli di inquinamento nelle case di tutto il mondo, contribuendo a comprenderne i pattern quotidiani, mensili e stagionali. I dati Dyson si rivelano uno strumento educativo incredibilmente potente, con infinite possibilità di utilizzarli per produrre un impatto positivo: comprendere l’inquinamento che ci circonda rappresenta il primo passo per ridurre la nostra esposizione ad esso“, ha detto il Professor Hugh Montgomery, Chair of Intensive Care Medicine presso l’University College di Londra e Presidente dello Scientific Advisory Board Dyson.

La qualità dell’aria indoor è peggiore di quella outdoor in quasi tutte le case: Milano la città peggiore (supera Shenzen!)
Tutti i Paesi esaminati (ad esclusione di soli quattro) hanno registrato livelli di PM2,5 indoor superiori a quelli outdoor per sei mesi o più2, inclusa l’Italia – dove i valori medi mensili interni di PM2,5 hanno superato quelli esterni per sette mesi nel 2022 -, la Cina, l’Australia, la Francia, l’Austria, il Canada e la Spagna – le cui abitazioni hanno sperimentato una qualità dell’aria peggiore rispetto a quella outdoor per ogni singolo mese dell’anno. Solo nelle case di India, Norvegia, Polonia e Finlandia i livelli di PM2,5 sono stati generalmente inferiori rispetto a quelli esterni, superandoli per meno di sei mesi nel corso del 2022.
Febbraio è stato il mese in cui il maggior numero di Paesi ha sperimentato la differenza più evidente tra i livelli di PM2,5 outdoor e indoor (7 Paesi), seguito da settembre (6 Paesi) e novembre (5 Paesi). L’Italia invece non rispecchia perfettamente il trend, con il picco che si è verificato ad aprile 2022 (con livelli di PM2,5 indoor superiori del 47% rispetto a quelli outdoor), seguito da gennaio, febbraio, marzo e settembre.
Dal punto di vista delle singole città, il confronto tra l’inquinamento da PM2,5 outdoor e indoor è stato particolarmente negativo a Milano, che ha registrato il peggiore risultato globale: i livelli medi annui di PM2,5 indoor nel 2022 sono stati di 2,63 volte superiori rispetto a quelli outdoor – una discrepanza maggiore rispetto a qualsiasi altra città studiata – con picchi nei mesi di dicembre (3,46) e gennaio (3,48), fino al record di 4,17 volte oltre i valori outdoor a marzo.
Dopo Milano, altri record negativi sono stati quelli di Shenzhen (con livelli annui di PM 2,5 indoor superiori del 97% rispetto all’outdoor), Amsterdam (76%), Seoul (53%), Madrid (50%), Melbourne (40%), Vienna (37%), Singapore (36%) e New York (35%). 21 città (su 35 esaminate) hanno registrato livelli medi annui di PM2,5 negli ambienti chiusi superiori rispetto a quelli all’aperto. Analizzando i dati mensili, sono otto le città che hanno registrato livelli di PM2,5 indoor superiori rispetto all’outdoor per ogni singolo mese dell’anno: Shenzhen, New York, Melbourne, Milano, Roma, Seoul, Vienna e Amsterdam.

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Valori medi annui di PM2,5: tutti i Paesi oggetto dello studio superano le linee guida dell’OMS, e l’Italia è tra i 10 con i valori più alti

Se si prendono in considerazione i dati provenienti dai purificatori connessi Dyson a livello globale e relativi a tutto il 2022, stilando una classifica dei Paesi in base al loro livello medio di PM2,5, i risultati sono sorprendenti. Mentre India e Cina occupano i primi due posti, probabilmente a causa della relazione tra la qualità dell’aria interna ed esterna, la Romania si è classificata al sesto posto, l’Italia all’ottavo, la Polonia al nono e l’Austria al decimo. Il Regno Unito (22°) ha superato gli Stati Uniti (26°), il Canada (27°) e l’Australia (28°), ma la Germania e la Francia si sono classificate ancora più in alto, rispettivamente al 17° e al 19° posto. I valori medi annui indoor hanno superato le linee guida annuali dell’OMS per il PM2,5 (5 µg/m3)3 in tutti i Paesi coinvolti nello studio: in India il valore è stato di 11 volte superiore a quello raccomandato, in Cina di 6 volte, in Turchia e negli Emirati Arabi Uniti di 4 volte e in Corea del Sud, Romania, Messico e Italia di 3 volte.
L’Italia è tra i primi 10 Paesi (8° posto) per livello medio annuo di PM2,5, insieme a India, Cina, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud, Romania, Messico, Polonia e Austria; tutti mercati che nella classifica superano Paesi più “tipicamente” inquinati come Thailandia, Malesia, Filippine, Germania. Nell’area EMEA, è la Turchia a registrare i livelli più alti (3° posto), seguita da Romania (6°) e appunto Italia (8°).

Per i valori medi annui di Composti organici volatili l’Europa si posiziona ai vertici della classifica, e in Italia Roma supera Milano
A differenza di quanto rilevato per il PM2,5, secondo i purificatori connessi Dyson sono i Paesi europei a registrare i livelli annui di COV più alti. I 10 mercati con valori più elevati sono infatti Austria, Romania, Germania, Svizzera, Polonia, Turchia, India, Italia, Cina e Irlanda. Roma si colloca anche tra le 10 città più inquinate dai COV al mondo, insieme a Monaco, Pechino, Colonia, Berlino, Vienna, Delhi, Istanbul, Shanghai e Città del Messico. Vale la pena sottolineare che Dublino, Parigi e Milano (quest’ultima, in questo caso, con livelli inferiori alla media nazionale) hanno comunque superato in classifica megacittà come Tokyo e Seoul, oltre a tutte le città degli Stati Uniti e persino Londra.
In effetti, molti dei Paesi che hanno ottenuto i risultati peggiori per i livelli medi annui di PM2,5 non rientrano tra i primi in classifica per i COV: Thailandia, Emirati Arabi Uniti, Malesia e Corea del Sud non hanno raggiunto nemmeno la prima metà della lista. Solo Pechino è risultata tra le prime cinque città per i valori medi annui sia di PM2,5 che di COV, mentre Delhi, Istanbul, Shanghai e Città del Messico sono tra le prime dieci per i livelli medi di entrambi gli inquinanti.

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