Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo sulla Direttiva Case green. La normativa, che dovrà essere approvata dal Parlamento e potrà in quella sede subire ulteriori piccole modifiche prevede fra le altre cose lo stop a ogni tipo di agevolazione per le caldaie che utilizzano solo fonti fossili come il metano, quale che sia la tecnologia utilizzata. La proibizione dovrebbe entrare in vigore nel 2025 (un intervallo anormalmente breve pe runa Direttiva che deve essere accolta dalle legislazioni nazionali dei Paesi membri).
Per il mercato, che oggi gode di un ecobonus al 50% per le caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A e al 65% per gli impianti che siano anche dotati di sistemi di termoregolazione evoluti, questo comporta la necessità di orientare velocemente progettazione, produzione e marketing verso apparecchi solo elettrici come le pompe di calore o caldaie o i sistemi ibridi che – a seconda della situazione di mercato e delle necessità dell’ambiente – utilizzano di volta in volta energia elettrica e gas certificate per funzionare con gas verdi, come biometano e idrogeno.
Attenzione però perché nel 2040 scatterà il bando assoluto nei confronti dei combustibili fossili nei sistemi di riscaldamento e raffrescamento.
«Ci auguriamo che con queste linee guida la stessa Commissione possa concentrare la propria attenzione sugli apparecchi cosiddetti green gas ready, che sono già oggi una realtà della nostra grande industria europea» ha detto il presidente di Assotermica, Alberto Montanini al Sole 24 Ore.
Per l’industria europea si dissolve l’incubo costituito dalla prima versione della Direttiva che colpiva tutti i settori in cui il made in Europe è forte (caldaie ibride in particolare) e apriva invece le porte ai sistemi totalmente elettrici (specialità dei produttori giapponesi e cinesi come Daikin e Midea) o alla prospettiva, ancora poco chiara dal punto di vista industriale, dell’idrogeno.
Per l’industria italiana c’è ancora un ostacolo perà: la bozza di regolamento Ecodesign, che prevede divieti per gli apparecchi di riscaldamento con efficienza inferiore al 115% a partire dal 2029. “Questo rischia di escludere praticamente tutte le caldaie dal mercato, con un obiettivo quasi impossibile da raggiungere entro la data stabilita. Bisogna cambiare la logica dei divieti ideologici per giungere ad una visione orientata alla decarbonizzazione sostenibile», auspica Montanini.
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