Scendono di quasi il 6% i ricavi del Gruppo De’Longhi nel II trimestre del 2022: da 753 a 709 milioni di euro. Ancora peggio l’utile netto che crolla dai 96,5 milioni del II trimestre 2022 (il 13% dei ricavi) a 21 milioni (il 3% dei ricavi) con un calo del 78%.
Questo nonostante un effetto positivo dei cambi: l’apprezzamento del dollaro sull’euro, riconosce l’azienda ha avuto un effetto positivo sui ricavi del 4,9% sul trimestre. Il che significare che a cambi costanti il calo del fatturato sfiorerebbe l’11%.
Un confronto difficile con un 2021 eccezionale
Giustamente il comunicato che presenta i risultati sottolinea che il confronto avviene con un 2021 di straordinaria espansione: nella primavera del 2021 il fatturato De’Longhi era aumentato del 36% e cita l’inflazione e il quadro geopolitico internazionale come fattori che hanno deteriorato la domanda nei mercati europei, “mentre nelle principali aree extra-europee il Gruppo è stato in grado di mantenere il trend delle vendite in territorio positivo”.
Infatti il fatturato in Europa è sceso del 17% mentre negli Usa è aumentato del 10% e in Asia -Pacifico del 28%. Per De’Longhi i mercati extra-europei rappresentano ora oltre il 50% del fatturato.
Debole il comparto food preparation
Il Gruppo è arrivato al II trimestre con un alto livello di magazzino e ha dovuto rallentare la produzione proprio mentre stava investendo molto in comunicazione nella campagna globale sul caffè (quella resa celebre dalla presenza di Brad Pitt come testimonial).
De’Longhi segnala nel I semestre una decisa debolezza del comparto food preparation (che forse si è saturato dopo il boom della pandemia). In difficoltà le kitchen machine di Kenwood e gli hand blender di Braun.
Nella categoria ‘comfort’ (condizionamento e riscaldamento) l’anticipazione delle vendite ha comportato una relativa debolezza del II rispetto al I trimestre. Largamente positivo il comparto delle macchine per il caffè professionale anche grazie alla neo-acquisita Eversys.
“Nel secondo semestre è leggermente aumentato il peso dei canali on-line, passati dal 20,9% al 21,4% dei ricavi. – Così commenta l’AD Garavaglia, che spiega il perché del calo. – In progressiva crescita anche il peso dell’e-commerce proprietario del Gruppo, passato dal 1,6% al 2,4% dei ricavi“.
Un cash flow negativo riduce la posizione finanziaria
Riduzione dei margini e aumento del circolante, aggiunti ai 124 milioni di dividendi distribuiti, hanno portato a un free cash flow negativo ed eroso la posizione finanziaria netta del gruppo che era di 425 milioni a inizio anno e scende a 55 milioni a metà anno. Non a caso il Gruppo annuncia di essersi assicurato delle linee di credito da attivare se necessario nel proseguo dell’anno.
Dal 1° settembre in attesa di nominare il sostituto di Massimo Garavaglia, il nuovo amministratore delegato sarà Fabio De’Longhi.
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