Cosa sappiamo della Generazione Z? (Troppo) poco

Sono attenti alla sostenibilità, certo, ma ancora di più alle promozioni. Amano i negozi fisici e vogliono più ricondizionati
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Cosa sappiamo dei 10 milioni di consumatori italiani nati fra il 1995 e il 2010? Poco in realtà: molte analisi di mercato non comprendono i minorenni e i luoghi comuni sui ‘giovani di oggi’ fioccano come sempre. A fare chiarezza sugli stili di acquisto della Generazione Z è ancora una volta Retail Institute Italy guidato dal d.g. Alberto Miraglia.

Attenti alla sostenibilità ma anche ai volantini

Un articolo di Italia Oggi riporta alcuni esempi: è nota l’attenzione dei giovani e giovanissimi per la sostenibilità, ma sapevamo della loro estrema attenzione al risparmio e alle promozioni? No vero? Eppure l’88% dei giovani con meno di 29 anni consulta i volantini (anche cartacei!) per la spesa alimentare e il 55% decide persino dove fare la spesa in base alle promozioni lette.

Il negozio fisico sempre più luogo di shopping

“Contro ogni stereotipo sui giovani, si rivaluta anche il ruolo del negozio fisico come luogo di shopping e soprattutto come occasione per raccogliere quelle notizie ritenute fondamentali prima della decisione finale d’acquisto. Se un 45% della Gen Z s’informa direttamente nel punto vendita prima di scegliere prodotti tech e un 40% lo fa per vedere da vicino possibili vestiti da comprare”, riporta Italia Oggi

Vogliono più ricondizionati

Nei negozi di elettronica di consumo, intanto, la Generazione Z chiede un maggior assortimento di prodotti ricondizionati (36%). Da sottolineare che è un orientamento non solo dettato dall’attenzione all’ambiente ma anche dal desiderio di ottimizzare i soldi a disposizione. In modo analogo, però, sempre sotto la necessità di risparmiare, i giovani sono disposti (e lo fanno) anche a rifornire il proprio armadio di vestiti presso catene internazionali del fast fashion, che non sempre offrono garanzie di una produzione socialmente responsabile o green. Insomma, lo spirito eco c’è e resta in primo piano ma fa i conti con la realtà. Anche quando, importante dal punto di vista di marchi e insegne, si tratta di lasciarsi andare a una spesa maggiore per un prodotto confezionato invece che sfuso.

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