Il disegno di legge n° 615 presentato a luglio 2018 per iniziativa parlamentare dal senatore Gianluca Castaldi (M5S) dal titolo: “Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n° 206, e altre disposizioni per il contrasto dell’obsolescenza programmata dei beni di consumo”. Infatti, in estrema sintesi, il disegno legge interviene sul Codice del consumo del 2005 con l’obiettivo di vietare al produttore di “mettere in atto tecniche di costruzione o di materiali aventi l’effetto di rendere impossibile, difficoltosa o eccessivamente onerosa la riparazione del bene o la sostituzione dei suoi componenti; e di impiegare tecniche di costruzione o di materiali aventi l’effetto, qualora si debba sostituire un singolo componente, di rendere necessaria la sostituzione di più componenti”. Il DDL esige dal produttore/importatore “la fornitura di parti di ricambio durante un periodo minimo di cinque anni a partire dal momento della cessazione della fabbricazione del bene” e per “i beni di consumo di uso domestico la fornitura delle parti di ricambio deve essere garantita per sette anni per le parti funzionali di prezzo superiore a 60 euro; per cinque per le parti funzionali di prezzo inferiore a 60 euro; per due anni per le parti meramente estetiche e non funzionali”. Il DDL pone anche un limite al costo delle parti di ricambio: “le parti di ricambio e i componenti esauribili dei beni di consumo devono avere un costo congruo e proporzionato al valore dei medesimi beni”. E prevede sanzioni penali (fino a due anni di reclusione) e pecuniarie (multa di 300.000 euro) in caso di reati constatati dall’organismo di controllo: il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti.
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