Questo estratto fa parte di un articolo apparso sul numero di Novembre di Uptrade
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Negli ultimi anni, anche in Italia l’adozione di prodotti tech ricondizionati ha registrato una crescita significativa. Nel canale Eldom molte realtà stanno valutando se e come convenga approcciare questo mercato. Ne abbiamo parlato con Luca Matteoni, Amministratore Delegato di Second Hand Mobile, che opera nel business del ricondizionato dal 2018. “Abbiamo subito compreso che il Trade In, ossia il ritiro del prodotto dal cliente privato, aveva, ha e avrà un grande potenziale anche come una leva commerciale per vendere il nuovo”, afferma.
Il consumatore oggi sembra essere più razionale nell’acquisto di prodotti tecnologici. Questo contribuisce a dare un impulso al ricondizionato?
C’è stata una sorta di disaffezione verso l’ultimo modello di smartphone o PC. Nella telefonia, Apple come anche i suoi competitor, non riesce più a proporre grandi salti tecnologici. Non solo, gli smartphone hanno tutti un’estetica simile, e ciò ha portato il consumatore a guardare meno alla novità e più al rapporto qualità-prezzo. La crescita del ricondizionato è sostenuta da un mix di fattori tra cui anche l’avvento di una coscienza ‘green’. Anche in questo ambito il covid ha creato uno spartiacque importante. Il consumatore è diventato più cauto, preferendo spendere in esperienze piuttosto che in beni di consumo, specialmente se non strettamente indispensabili come quelli dell’elettronica. Questo ha dato grande impulso ai prodotti ricondizionati.
Oltre agli smartphone, che mi sembra di intuire costituiscano la parte più rilevante del vostro business, quali altri prodotti trattate?
La telefonia rappresenta il 75% del nostro business, con Apple che da sola incide per il 65%. Trattiamo anche smartwatch, AirPods, e PC, sia Windows che Mac. La dominanza di Apple è il leit motiv di tutti quelli che trattano il ricondizionato. Siamo abbastanza profondi nella gamma anche Android, nonostante sia più difficile reperire questi prodotti sul mercato wholesale da cui ci approvvigioniamo. In mercati come gli Stati Uniti e il Giappone, dove il Trade In è molto strutturato, l’iPhone ha una quota di mercato dominante. Questo fa sì che nel ricondizionato il Trade In sviluppi volumi importanti su Apple e meno su Android, che non ha lo stesso livello di penetrazione.
Avete diverse collaborazioni nel canale Eldom. Avete notato un cambio di passo nel ricondizionato?
Sicuramente c’è stata un’apertura al segmento del ricondizionato. Tuttavia, il mercato ha ancora molto spazio di crescita. Il ricondizionato richiede una gestione diversa rispetto al nuovo, soprattutto in termini di assistenza post-vendita. La grande distribuzione è abituata ad avere un vendor che si occupa dell’assistenza, mentre nel ricondizionato il riferimento del cliente è l’insegna stessa, che per poter garantire il servizio, deve disporre di una struttura adeguata. A tenere lontana la grande distribuzione dal prodotto ricondizionato hanno contribuito anche altre preoccupazioni, come quella di avere con certezza un prodotto legale e con scocche originali. Detto questo, con tutti i retailer con cui lavoriamo e in particolare con le piattaforme Expert Gaer e DGGroup abbiamo costruito un rapporto di fiducia che si fonda sul fatto che garantiamo a loro e al consumatore finale un prodotto affidabile, sicuro e qualitativo.
Con alcuni soci Expert stiamo iniziando a lavorare, oltre che sull’Iphone anche su linee alternative come MacBook e PC Windows. Collaboriamo anche con alcuni punti vendita Trony e con alcuni affiliati Unieuro. Sono tutte realtà che fanno capo a un titolare che, quando sceglie di trattare il ricondizionato, può decidere di strutturare il o i propri punti vendita in modo che sia in grado di gestire operazioni come il ritiro e il test del prodotto. Oggi la grande distribuzione si sta organizzando per trattare il ricondizionato, perché il mercato glielo impone. Una delle criticità che deve superare è che non ai tratta del tipico prodotto da scaffale, ma di un semilavorato. Noi garantiamo a questi punti vendita un modello di business ideato per trattare il semilavorato e un software che gestisce tutte le fasi e, all’occorrenza, anche le Api per interfacciarsi con i loro gestionali.
Questo è un estratto: l’intera intervista è sul numero di novembre di Uptrade: leggila on line qui
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