Ogni anno Ipsos, multinazionale delle ricerche demoscopiche e di mercato, realizza una inchiesta in 33 nazioni fra le quali l’Italia, intervistando quasi 24 mila adulti sottoponendo loro un questionario che valuta opinioni e attese sull’anno che si sta chiudendo e su quello seguente relativamente a diverse decine di parametri.
Ottimismo globale per il 2025
La maggior parte delle persone intervistate (71%) ritiene che il 2025 sarà un anno migliore del 2024, percentuale in leggero aumento (1 punto percentuale) rispetto alle previsioni dell’anno precedente per il 2024, ma al di sotto dei dati di positività registrati prima della pandemia. In Italia, al contrario, si registra una percentuale più contenuta e in diminuzione di un punto rispetto al 2023, con il 58% che sostiene che il 2025 sarà un anno migliore.
Il 75% delle persone pianifica importanti decisioni per il 2025 e una maggioranza si aspetta miglioramenti nella salute mentale (69%) e fisica (69%) durante il prossimo anno. Questa attenzione al miglioramento personale può essere una risposta alle sfide e alle incertezze degli ultimi anni, inclusa la pandemia e l’attuale instabilità globale. Nel nostro Paese, è il 78% degli intervistati che prevede di compiere importanti decisioni personali per l’anno nuovo, mentre il 62% si aspetta miglioramenti nella propria salute mentale e il 59% in quella fisica.
Considerando l’ottimismo a lungo termine, il 52% degli intervistati a livello globale ritiene che le persone nei rispettivi Paesi si sentiranno più ottimiste riguardo al futuro nel 2025. Indonesia (88%) e Cina (86%) sono in testa in questa categoria, mentre l’Italia si colloca tra le ultime posizione con solo il 34% d’accordo.
L’economia quest’anno non andrà meglio
Le preoccupazioni economiche a livello globale rimangono elevate, nonostante il calo delle pressioni inflazionistiche. A livello globale, le prospettive economiche delle persone rimangono piuttosto stabili per il 2025 rispetto all’anno precedente. Le preoccupazioni persistono, con la maggioranza che prevede un aumento di prezzi, tasse e disoccupazione nei propri Paesi. In particolare, il 79% degli intervistati ritiene che i prezzi cresceranno più rapidamente dei redditi, un dato invariato dal 2022, e anche le aspettative per tasse più elevate restano alte, al 74%.
Per quanto riguarda l’inflazione, il 70% degli intervistati a livello globale prevede che sarà più alta nel 2025 rispetto al 2024, mantenendo stabile la percezione rispetto all’anno passato. Tuttavia, esistono variazioni significative a livello nazionale: alcuni Paesi come l’Argentina e la Svezia hanno registrato un calo nel numero di persone che si aspettano un’inflazione più alta, mentre in Ungheria e Polonia le aspettative sono aumentate.
In Italia, il 79% degli intervistati ritiene che i prezzi aumenteranno più rapidamente dei redditi e il 64% prevede un’inflazione più alta nel 2025. Un’eccezione a queste percezioni stabili riguarda i tassi di interesse. Il 61% delle persone a livello globale (-9 punti percentuali rispetto al 2023) e il 55% in Italia (-15 punti percentuali rispetto al 2023) prevedono un aumento dei tassi di interesse nel 2025, suggerendo che gli aumenti potrebbero aver raggiunto il loro picco.
Attese e ansie per le nuove tecnologie
L’opinione pubblica mondiale ha una visione complessa e spesso contraddittoria del futuro della tecnologia. Globalmente, la paura delle perdite di posti di lavoro causate dall’intelligenza artificiale (65%, anche in Italia) continua a superare le aspettative di creazione di posti di lavoro grazie all’IA (43%, 30% in Italia). Questa tendenza riflette gli anni precedenti, ma il divario sembra leggermente ridursi. L’ottimismo risplende in Cina, dove il 77% prevede che l’intelligenza artificiale creerà posti di lavoro, mentre le preoccupazioni dominano in Giappone, con il 65% che prevede perdite di posti di lavoro.
Il fascino percepito dei mondi virtuali è in crescita, con il 59% a livello globale (64% in Italia) che si aspetta un maggiore coinvolgimento con tali piattaforme, in aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2022. Nei Paesi occidentali, come gli Stati Uniti e la Svezia, vi è una certa cautela mentre le economie emergenti come l’Indonesia e la Turchia sono più fiduciose.
Interessante notare che l’intenzione di ridurre l’uso dei social media (37% a livello globale, 41% in Italia) è diminuita leggermente rispetto allo scorso anno. Nonostante ciò, c’è una crescente preoccupazione per la privacy, con il 57% a livello globale (53% in Italia) che prevede perdite di dati personali nel 2025. I dati di quest’anno rivelano una prospettiva globale sfumata sulla tecnologia, bilanciando speranza e apprensione mentre ci addentriamo in un futuro sempre più digitale.
Ambiente: più timori e meno fiducia sulle possibili soluzioni a breve
Le preoccupazioni ambientali persistono mentre diminuisce la fiducia nelle azioni governative e nelle soluzioni tecnologiche. Le ansie globali sui cambiamenti climatici continuano a persistere, con l’80% delle persone a livello globale e il 78% in Italia che prevede un aumento delle temperature globali, in calo di pochi punti percentuali rispetto al 2023. Questa cifra è significativamente superiore al 71% del 2017, quando abbiamo posto per la prima volta questa domanda.
Il 72% a livello globale e il 77% in Italia prevede anche eventi meteorologici più estremi. Questo disagio è evidente nel 42% degli intervistati (49% in Italia) che ritiene che parti del proprio Paese diventeranno inabitabili a causa di condizioni meteorologiche estreme. Le disparità regionali sono marcate, con le nazioni del sud-est asiatico come le Filippine, l’Indonesia e la Malesia che esprimono la massima preoccupazione, al contrario, i Paesi europei come i Paesi Bassi e la Svezia mostrano meno preoccupazione.
Mentre i timori per il clima aumentano, la fiducia nell’azione dei governi o nelle soluzioni scientifiche rivoluzionarie è bassa e in calo. Il 52% crede che i propri governi introdurranno obiettivi di emissione più severi, quota che in Italia diminuisce al 37%. Invece, solo il 32% crede che verrà sviluppata una tecnologia rivoluzionaria in grado di arrestare il cambiamento climatico, quota che in Italia si abbassa al 20%.
Le previsioni per il 2025 rivelano un mondo sempre più ansioso per il cambiamento climatico, ma meno fiducioso nelle soluzioni governative e tecnologiche. Questo crescente disagio sottolinea l’urgente necessità di cooperazione globale e di approcci innovativi.
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