Abolendo l’articolo 121 del decreto Rilancio, il motore che ha attivato cessioni dei crediti e sconti in fattura, il Governo ha sì posto le basi per risolvere il problema dei crediti fiscali incagliati, ma al tempo stesso ha colpito un incentivo che era risultato molto più gradito della tradizionale detraibilità del 50% scaglionata in 10 anni.
Il mondo dell’impiantistica ha fatto sentire le sue proteste (ad esempio la dura presa di posizione di Anima Confindustria) e alcuni settori dell’economia saranno sicuramente impattati da una decisione che era attesa ma non in modo così drastico da una decisione che chiude, bonus ristrutturazioni al 50%, ecobonus, sismabonus, bonus facciate (ormai non più disponibile nel 2023), bonus per gli impianti fotovoltaici, bonus barriere architettoniche.
Chi rimane ‘a metà del guado’.
Si apre una fase difficile per i consumatori ma soprattutto per retailer e instllatori rimasti ‘a metà del guado’. Il decreto permette la cessione dei crediti per i lavori iniziati prima del 17 febbraio (fanno fede Cilas, Cila o altre documentazioni analoghe). Questo ha senso per il sismabonus o l’ecobonus 110% ma se parliamo di climatizzatori, caldaie o infissi, l’avvio dei lavori non rappresenta l’inizio ma il termine del processo. Generalmente, fa notare Il Sole 24 ore di sabato 18, per questi lavori “di solito si sottoscrive un contratto, magari accompagnato da sconto in fattura, e si ordinano i materiali. L’avvio dei lavori arriva solo in coda al processo, quando il fornitore è pronto per installare il prodotto e, di solito, lo fa in una giornata. Con questa formulazione, chi ha ordinato i materiali ma non ha ancora eseguito nessuna opera rischia di restare senza cessione e sconto. Un problema rilevantissimo, dal momento che proprio per l’installazione di infissi e caldaie lo strumento dello sconto in fattura è stato utilizzato in grandi quantità”.
Ancora più attenzione al risparmio energetico e al vantaggio ecologico.
Per il Technical retail il ‘dopo venerdì 17’ sarà sicuramente più difficile ma non una catastrofe. Le categorie più impattate: climatizzatori e caldaie sono intermediate solo in parte dal retail e la spinta all’acquisto – contrariamente a quel che avveniva per infissi o caldaie – non era data dalla cessione del credito.
Chi compra o sostituisce un climatizzatore oggi lo fa per godere della temperatura desiderata in casa a fronte di un consumo sempre minore. Anche la qualità dell’aria negli ambienti interni diviene sempre più importante. Il bonus fiscale era più spesso la ‘ciliegina sulla torta’ o la strada per far accettare al cliente una spesa superiore a quella inizialmente prevista.
La risposta del trade alla abolizione degli sconti in fattura sta ancora una volta nella formazione (non solo tecnica) degli addetti che devono spostare l’attenzione del cliente dal costo attuale al risparmio futuro.. Investi oggi per migliorare la qualità della vita, per ridurre il consumo di energia, per dare il tuo contributo al contrasto del global warming.
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