Nella revisione del piano industriale presentato nei mesi scorsi, Beko Europe pare aver tenuto presente le pressioni del Ministero delle imprese e Made in Italy. Beko ha comunicato di valutare un investimento di 300 milioni nelle attività in Italia senza però precisare le tempistiche e senza prendere un impegno preciso. Circa un terzo della somma sarà dedicata alla Ricerca e sviluppo.
In una nota diffusa dopo l’incontro del 29 gennaio al Ministero, Beko Europe ribadisce “il proprio impegno a continuare le interlocuzioni con governo, parti sociale e istituzioni locali bello spirito di miglior collaboraione possibile” per individuare “soluzioni concrete che rendano sostenibili nel lungo periodo la produzione e le attività che resteranno in Italia e in Europa”.
Nel corso dell’incontro, pur senza prendere posizioni ufficiali, Beko Europe si è detta disponibile ad ammorbidire il suo piano, sia rimandando la chiusura di qualche stabilimento sia (affermano i sindacati) rinunciando a chiudere Comunanza e alcune linee di Cassinetta.
L’azienda ha confermato che in Italia saranno basati importanti centri di Ricerca e Sviluppo, quali il Centro Globale del Design Industriale di Beko ed il centro globale per la categoria Cooking. È stato inoltre riconfermato che in Italia saranno basati i centri decisionali europei chiave per le funzioni strategiche, tra cui risorse umane, marketing, supply chain e Information Technology.
Le attività di Consumer Care, il Centro europeo per le parti di ricambio e centro di ricondizionamento degli elettrodomestici usati continueranno a operare dall’Italia. È stata altresì riconfermata la strategicità della presenza produttiva nel paese, concentrandosi primariamente sulla cottura e sulla refrigerazione da incasso. L’azienda ha ribadito la necessità di continuare nel percorso di efficientamento delle strutture italiane “al fine di poter ulteriormente ridurre i costi fissi secondo il piano presentato”.
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