Beko Europe ha presentato al Ministero delle imprese e del Made in Italy e ai sindacati il Piano industriale per le sue attività italiane che dà corpo alle previsioni circolate nei mesi scorsi.
Beko ha definito “insostenibili” gli attuali tassi di utilizzo della capacità in Italia: in media meno del 40 percento quest’anno, il 20 percento in meno rispetto al 2017 ( quando le vendite dell’industria europea erano allo stesso livello di oggi).
Entro il 2025 è previsto lo stop per gli stabilimenti di Siena dove vengono prodotti congelatori e di Comunanza (Ascoli Piceno), da cui escono le lavatrici, oltre a un ridimensionamento della fabbrica di Cassinetta (Varese) e alla chiusura del centro di ricerca e sviluppo di Fabriano.
Il piano prevede esuberi a Cassinetta, Siena e Comunanza pari a 1.151 unita’ ed esuberi nell’area impiegatizia e dirigenziale pari a 678 unita’.
Su alcune linee invece (prevalentemente nell’area cucine) la controllata di Arçelik investirà 110 milioni di euro nei prossimi anni “in nuovi prodotti e nell’innovazione dei processi produttivi, attraverso robotica, automazione della logistica interna e digitalizzazione”.
Cosa resta in Italia?
Il piano di trasformazione aziendale annunciato ottimizzerà le operazioni esistenti e rimodellerà la presenza dell’azienda in Italia per creare un’impronta sostenibile a lungo termine. Il suo obiettivo è preservare una solida base manifatturiera in Europa, con l’Italia posizionata come hub strategico all’interno del business globale di Beko.
L’Italia sarà il centro di eccellenza di Beko per il design industriale globale e la cucina globale, inclusa la ricerca e sviluppo (R&S), sostenuta da un investimento di 110 milioni di euro. Il nuovo investimento consentirà la progettazione di nuovi prodotti, sfruttando la robotica, l’automazione e la digitalizzazione.
L’Italia rimarrà un centro decisionale chiave in tutte le funzioni strategiche, tra cui risorse umane, marketing, catena di fornitura, IT, R&S e progettazione del prodotto. Con l’Italia come polo produttivo per la cottura, Beko Europe lancerà una nuova serie di prodotti da incasso nei prossimi anni, tra cui microonde, forno e piani cottura a induzione per coprire la gamma base e premium nei suoi stabilimenti di Melano (AN) e Cassinetta di Biandronno (VA). Le operazioni in entrambi questi stabilimenti saranno semplificate e riceveranno investimenti per aumentare l’automazione e l’efficienza.
Lo stabilimento di Carinaro sarà mantenuto come centro di distribuzione ricambi europeo dell’azienda, insieme alle operazioni di ricondizionamento degli elettrodomestici avviate nel 2023, con un processo di ottimizzazione del personale avviato.
Nel freddo a Siena Beko non investirà a causa della perdita strutturale di competitività e delle perdite accumulate negli ultimi cinque anni nell’ordine di decine di milioni di euro.
Il sito di refrigerazione di Cassinetta di Biandronno (VA) sta mostrando una perdita strutturale di competitività di costo e, tra quelli situati in Italia, è il sito che ha visto realizzate le maggiori perdite cumulative nonostante gli ingenti investimenti effettuati negli ultimi sette anni. Verrà avviata una razionalizzazione delle attività produttive presso il sito, mantenendo attiva la produzione per tre delle cinque linee attualmente in funzione.
Nel lavaggio il sito di Comunanza (AP), nonostante gli investimenti significativi ricevuti negli ultimi anni, versa in condizioni critiche dal punto di vista della sostenibilità economica a lungo termine e della possibilità di mantenere le operazioni con un livello sostenibile di produzione redditizia.
Verrà esplorato un piano di reindustrializzazione, inclusa la potenziale riconversione degli impianti esistenti, sia a Siena che a Comunanza.
Gli esuberi nelle unità produttive interessate di Cassinetta, Siena e Comunanza sono stimati in 1.151 persone.
Il piano prevede anche guadagni di efficienza nei modelli organizzativi degli attuali assetti produttivi per gli stabilimenti di forni da incasso e forni a microonde da incasso a Cassinetta di Biandronno (VA) e per lo stabilimento di piani cottura da incasso a Melano (AN), che beneficeranno di investimenti in automazione ed efficienza dei processi. È inoltre previsto un ridimensionamento della forza lavoro nei siti di Melano (AN) e Carinaro (CE), stimato rispettivamente in circa 60 e 40 persone.
678 esuberi fra impiegati e dirigenti
“Per allinearci alla base produttiva rimodellata di Beko”, scrive l’azienda in un comunicato, “adegueremo le funzioni centrali a Milano e Fabriano. Ciò include i ruoli operativi e commerciali coinvolti nella fusione delle aziende legacy, nonché i team di R&S a Cassinetta di Biandronno, Milano e Fabriano. Questi cambiamenti mirano a rimuovere le strutture duplicate, con licenziamenti stimati che riguardano 678 posizioni”.
L’opposizione di governo e sindacati
Il piano ha incontrato la dura opposizione tanto del Mimit, quanto dei sindacati. Il sottosegretario con delega alle crisi d’impresa, Fausta Bergamotto ha spiegato di «non condividere» e di non poter accettare «il piano presentato dai vertici di Beko Europe. Faremo rispettare la golden power, che per noi significa tutelare l’occupazione». Il sottosegretario Bergamotto ha aggiunto anche che il Governo non accetterà «conclusioni che non siano condivise con le organizzazioni sindacali. Eserciteremo ogni tipo di azione possibile affinché la proprietà cambi strategia». In una nota congiunta Fim, Fiom, Uilm e Uglm hanno annunciano la mobilitazione e fatto un appello al Governo affinché «eserciti subito la golden power. Ora è il momento di passare ai fatti». Il tavolo è stato riconvocato per il 10 dicembre.
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