Anie: “Le copie private non danneggiano autori e vendite”

Anie ha diffuso uno studio a livello europeo svolto da un istituto indipendente (Intormart e, in Italia, Pragma) secondo cui l’abitudine di effettuare registrazioni e copie private di musica e spettacoli Tv non danneggia le vendite degli originali. Risulta infatti che meno dell’1% dei consumatori registra per vendere a terzi e solo l’8% effettua copie private per gli amici.Secondo Anie dunque non bisognerebbe confondere il problema delle copie private con quello della pirateria, e quindi – spiega la nota dell’associazione – “rimangono senza giustificazione le richieste delle maggiori case cinematografiche o discografiche volte a abolire la copia privata dalla prossima direttiva europea sul “copyright”».A tale proposito il presidente dell’Associazione Nazionale Radio Televisione Elettroacustica di Anie, Roberto Lisot, ha dichiarato: «Alcuni Stati membri vorrebbero che l’Europa vietasse la registrazione privata digitale per poter combattere la pirateria. Ma tale divieto punirebbe soltanto i consumatori – il cui comportamento è nella stragrande maggioranza dei casi corretto – senza raggiungere lo scopo di eliminare la pirateria su scala industriale, che non sarà certo intimorita da ostacoli legali o tecnici».

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