“Stiamo notificando ai nostri venditori che non opereremo più la piattaforma su Amazon.cn (in lingua cinese, ndr) e che non daremo più i relativi servizi dal 18 luglio”. È quanto si legge in un comunicato che ha rilasciato Amazon, ripreso da Il Sole 24 Ore-edizione online, e relativo all’uscita dal mercato cinese del pure player. “Stiamo lavorando con i nostri venditori per assicurare una transizione tranquilla, continuando a fornire la migliore esperienza possibile ai clienti» spiega Amazon, che precisa: «I venditori interessati a proseguire la vendita su Amazon fuori dalla Cina possono farlo con Amazon Global Selling”. Il gruppo di Bezos, quindi, ha deciso di chiudere il negozio online d’oriente che consente ai consumatori locali l’acquisto di beni da venditori locali, confermando le difficoltà a competere in loco con i colossi Alibaba e JD.com. Amazon sembra anche avere presentato un impegno sul fronte occupazionale. L’azienda di Seattle, infatti, offrirà supporto ai dipendenti in esubero per la ricerca di posti di lavoro all’interno di Amazon e all’esterno, considerando la revisione in corso del suo network logistico. Infine, la vendita dei lettori digitali Kindle proseguirà in Cina insieme ai contenuti, così come continuerà l’offerta di cloud computing via Amazon Web Services. Vale la pena ricordare che l’eCommerce cinese oggi conta 722, 4 milioni di utenti, che spendono 899 dollari ciascuno in media all’anno online (Fonte: Statista). Da qui a quattro anni le stime sono di una crescita degli utenti a quota 931,8 milioni per una spesa annua pro capite di 984,91 dollari. In questo scenario di mercato, Tmall del gruppo Alibaba e JD.com controllano l’82% del mercato online cinese, lasciando pochi spazi di crescita a chi viene dall’estero. Dal punto di vista merceologico, a guidare le vendite è il comparto della moda con un fatturato di 195,7 miliardi, seguito dall’elettronica di consumo e dai media con 131,8 miliardi di ricavi. In prospettiva, al 2022 il fashion potrebbe arrivare secondo le stime a 310,25 miliardi di dollari, mentre il secondo posto in classifica dovrebbe essere occupato dal comparto giochi e hobby con 193,69 miliardi.
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