Ecco un estratto dell’articolo apparso sul numero di Maggio di Uptrade
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Nel 2023 l’elettronica di consumo era stata di gran lunga la ’maglia nera’ tra le categorie presenti nei centri commerciali italiani, registrando un calo del 7,6%, contro una crescita del 2,4% nelle vendite totali. Nel 2024, l’Osservatorio, redatto dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali in collaborazione con la società di consulenza EY, riporta un miglioramento di prospettiva. I negozi Eldom, presenti praticamente in tutti i 300 centri oggetto della ricerca, hanno visto anche lo scorso anno una riduzione ma questa volta quasi quattro volte inferiore: -1,9%, a fronte delle vendite totali dei centri, cresciute dello 0,7%.
Insomma, anche nell’anno passato gli store presenti nell’ambito delle piattaforme commerciali stentano a tenere il passo con la media dei 10 mila negozi e punti di ristorazione presenti nei centri commerciali, ma la differenza si riduce.

Marco Daviddi, Strategy and Transactions Markets Leader Europe West di EY
Commentando i dati dell’Osservatorio, Marco Daviddi, Strategy and Transactions Markets Leader Europe West di EY fa notare come il successo di alcune categorie mostri la “capacità del settore di adattarsi e innovare per rispondere alle nuove abitudini e bisogni dei consumatori”, indicando ad esempio “il segmento della Cura Persona e Salute che ha registrato una crescita notevole (+6)”.
Entrando più nel dettaglio, dal raffronto del fatturato annuo del 2024 con il 2023 risulta che le categorie che hanno performato meglio dopo la Cura Persona e Salute sono state le Attività di servizi (+2,7%) e l’Abbigliamento (+1,3%). Anche la Ristorazione continua a crescere (+0,8%) dopo l’ottima performance del 2023 (+15,8%). Le categorie che registrano un calo sono, invece, sono la Cultura, Tempo Libero, Regali (-3,2%) e i Beni per la Casa (-0,6%).
Ingressi in crescita
Sono 1.274 i poli commerciali presenti sul territorio nazionale che, con i loro 40.700 negozi, registrano 1,9 miliardi di presenze annue. Il volume d’affari totale dell’Industria dei Centri Commerciali, con i suoi 171 miliardi di euro (dato 2022), ha un’incidenza sul PIL italiano pari al 4,6% (dato 2022). Dal punto di vista occupazionale, nell’Industria sono occupati, fra personale diretto, indiretto e indotto, 748.000 lavoratori (dato 2022).
Per quanto riguarda gli ingressi, il 2024 si chiude con un incremento dell’1,6% rispetto al 2023, confermando come il centro commerciale sia ben presente nelle abitudini di acquisto e di vita degli italiani. “Il 2024 ha confermato i segnali positivi già osservati nel 2023, con una ripresa significativa nella seconda metà dell’anno che ha trainato le vendite e gli ingressi, compensando un inizio più lento. Questo cambio di tendenza riflette un miglioramento del clima di fiducia dei consumatori e la solidità del format del centro commerciale”, indica Marco Daviddi.Intervista al presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali
I leader dell’elettronica di consumo non sono per nulla preoccupati dalla debole dinamica delle vendite dei loro store nei centri commerciali, insomma come i senatori romani di fronte agli invasori Galli potrebbero dire ‘hic manebimus optime’: qui rimaniamo volentieri. Lo afferma Roberto Zoia, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali in questa intervista.

Roberto Zoia, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali
I dati dell’Osservatorio confermano che il centro commerciale rimane nelle abitudini di vita degli italiani. Possiamo fare qualche riflessione sull’argomento?
In termini di pedonabilità, ormai da 4 anni registriamo in Italia una frequenza sempre maggiore nei centri commerciali italiani: siamo a livelli ormai vicini a quelli del 2019 e questo dato – coerente con quelli che rileviamo in Francia, Spagna e Portogallo – mostra che il modello centro commerciale rimane nelle abitudini non solo di acquisto ma di vita degli italiani e reagisce molto bene. I dati che rileviamo sono omogenei: non vediamo grandi differenze nelle tendenze fra Nord, Centro e Sud o fra tipologie di centri. E si tratta, vorrei sottolineare, di una pedonabilità ‘sana’, non influenzata da animazioni ed eventi non focalizzati che magari affollano i corridoi ma non si trasformano in ingressi e vendite nei negozi, come forse a volte accadeva prima del Covid.
Nel 2023 si è notata una crescita nell’accesso ai servizi di ristorazione e bar presenti nei centri, quest’anno in altre aree. Possiamo dire che l’anchor, il super o ipermercato, sta divenendo meno importante e che i consumatori circolano sempre di più nelle gallerie?
In alcune tipologie di centri notiamo una frequenza sempre maggiore, anche al di fuori dell’anchor che generalmente è un grande esercizio food e grocery. In altre l’anchor rimane il principale elemento di attrazione. Non dipende dai negozi ma dalla tipologia di centro.
A proposito: quale tipologia performa meglio in termini di vendite?
Più che dalla dimensione della struttura, le vendite a metro quadro dipendono dalla ‘dominanza’ che il centro commerciale ha nella sua area di riferimento, insomma dal livello di concorrenza.
Anche quest’anno la dinamica delle vendite di Elettronica nei centri commerciali è stata inferiore a quella del retail fisico Eldom nel suo complesso. C’è delusione da parte delle insegne verso la formula?
Parliamo continuamente con le insegne e il loro interesse per la presenza in centri commerciali non diminuisce. Magari optano per superfici più compatte o condividono spazi con altri retailer, ma vediamo sempre interesse da parte di MediaWorld, di Unieuro, di molti soci Euronics e di Expert, che è più selettiva ma in alcuni casi investe decisamente nella sua presenza in centri commerciali. Quindi direi che le insegne dell’Elettronica trovano un riscontro in questa formula.
La dinamica della categoria ‘Elettronica di consumo’rimane tra le peggiori. Cosa potrebbero fare i negozi Eldom nei centri?
Quello che il successo dell’area Salute e cura sembra insegnare a tutti – compresi gli store Eldom – è l’importanza del livello di servizio. Forse si potrebbe rendere ancora più interessante il passaggio dalla galleria all’interno del punto vendita rafforzando l’aspetto experience e aumentando la qualità della consulenza sui prodotti nei confronti di un cliente che, spesso, è davvero molto informato.
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